Non tornerò sul metrò di Parigi
dove vidi morire una poesia.
Era nata da uno sguardo di
Montmartre, sotto un cappello
sgualcito dal freddo blu,
simile a un dipinto surreale,
a una figura senza presenza.
Rime sorte fra tetti sovversivi
polvere del sangue
violenza per teste coronate.
Nessuno urlò più motti
inneggianti libertà,
chiusi nelle ruote di
una moderna stazione
bianca.
Il poema sfiorì, s'allontanò
seguendo un guizzo
di pieghe su porte scorrevoli,
scivolando su un bavero
logoro.
Fu verso vanificato
astratto rapito dalla
carnagione di una
tela cubista e l'invito
d'una spinetta antica
e stonata.
[ Poesia tratta da Insoliti sguardi, Edilet ]
