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Ogni lettore, quando legge, legge se stesso. L'opera dello scrittore è soltanto una specie di strumento ottico che egli offre al lettore per permettergli di discernere quello che, senza libro, non avrebbe forse visto in se stesso. (da "Il tempo ritrovato" - Marcel Proust)

Poesia della settimana

Questa poesia è proposta dal 08/05/2017 12:00:00
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Aria di fine impero

di Mauro Barbetti (Biografia/notizie)

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“...noi non siamo salvi

noi non salviamo

se non con un coraggio obliquo

con un gesto

di minima luce.”

(A. Anedda)

 

 

1

 

Non si ha cura abbastanza

per le folgori aperte nel nero:

lo spazio è quest’Europa adesso

che langue pingue e non dura

il tempo arriva oscuro e spesso

come attraverso un secolo da fare

verso un altro ancora senza nome.

E pare sempre poco probabile

ogni evento prima che accada

prima che un imprevisto

ce lo consegni a dato di fatto

a cronaca che debutta in Storia

a vetro che porta distanza

come metro di confronto

lontananza che prima non era

o un’altra variazione sulle carte.

Eppure posso sempre immaginare

che l’alzata dei palazzi

i grumi di traffico intercalare

e i passi della gente

si facciano silenzio 

fissità maceria.

Non sarebbe poi così strano

se è solo la norma che l’occulta

il dato visto e rivisto 

la convenienza lo status

se è davvero il pallore della pelle

a negarlo alla ferita

e gli slogan degli stolti

in quest’aria da fine impero.

 

 

2

 

Qui ci rivolgiamo a oggetti

chiamandoli con nome proprio

esponendoli nel cartiglio personale

anagrafandoli in moglie o figlio

e pesano le tasche

di un peso grave e a fondo

un tanto di zavorra e millibar

che s’avverte sopra.

Abituati alla rimozione

per cui l’analisi non dura

e non dà risposte

che nei vocabolari

non trovi “decadenza”

ma parafrasi dubbia

e sibille da interpretare

guardiamo soldi 

seguire rotte sicure

tra le due sponde

ciò che davvero non scompare

sotto la superficie resta

alimenta il grasso e l’odio 

che qui sbroda.

Si cova come un cibo dorato

lo stesso che nutrì e uccise Mida.

Se non torno 

sai dove anch’io sono

nelle mattine d’arancia nella rosa dei venti

in tutto il niente del cielo e del mare sotto.

A fondo

senza nemmeno la fame a giustificarmi.

 

 

3

 

La verità della Storia

non la si coglie dalle scale

necessita di ben altri occhi

e intervalli oltre la vita individuale

non la vedrai nell’ora presente

e neppure aspettando il domani

né tra un mese o oltre.

Dispone piccoli passi

il tempo confonde

dovresti uscire all’attimo dopo

alla luce del già successo.

Così passò l’anno mille 

- mille anni fa -

è trascorso anche il duemila

- sia pur da poco -

e nulla qua è successo

che non fosse

solita vita stentata e morte

- sempre troppa e troppo spesso -

Se tutto non sia già finito

neppure il suo contrario è accaduto.

Ricordami 

- così come avvenne per il dopo -

di aumentare il conto di memoria

per continuare indenne

a esorcizzare l’ultimo saluto.

 

 

[ Poesie terze classificate alla III edizione (2017) del Premio Letterario Il Giardino di Babuk - Proust en Italie | scarica gratuitamente l'e-book del Premio: www.ebook-larecherche.it/ebook.asp?Id=217 ]

 


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