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Les Poètes de sept ans

di Arthur Rimbaud (Biografia/notizie)

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Les Poètes de sept ans
(26 mai 1871)

 

À M. P. Demeny

 

Et la Mère, fermant le livre du devoir,

S’en allait satisfaite et très fière, sans voir,

Dans les yeux bleus et sous le front plein d’éminences,

L’âme de son enfant livrée aux répugnances.

 

Tout le jour il suait d’obéissance; très

Intelligent; pourtant des tics noirs, quelques traits

Semblaient prouver en lui d’âcres hypocrisies.

Dans l’ombre des couloirs aux tentures moisies,

En passant il tirait la langue, les deux poings

À l’aine, et dans ses yeux fermés voyait des points.

Une porte s’ouvrait sur le soir: à la lampe,

On le voyait, là-haut, qui râlait sur la rampe,

Sous un golfe de jour pendant du toit. L’été

Surtout, vaincu, stupide, il était entêté

À se renfermer dans la fraîcheur des latrines :

Il pensait là, tranquille et livrant ses narines.

 

Quand, lavé des odeurs du jour, le jardinet

Derrière la maison, en hiver, s’illunait,

Gisant au pied d’un mur, enterré dans la marne

Et pour des visions écrasant son œil darne,

Il écoutait grouiller les galeux espaliers.

Pitié! Ces enfants seuls étaient ses familiers

Qui, chétifs, fronts nus, œil déteignant sur la joue,

Cachant de maigres doigts jaunes et noirs de boue

Sous des habits puant la foire et tout vieillots,

Conversaient avec la douceur des idiots!

Et si, l’ayant surpris à des pitiés immondes,

Sa mère s’effrayait; les tendresses, profondes,

De l’enfant se jetaient sur cet étonnement.

C’était bon. Elle avait le bleu regard, — qui ment!

 

À sept ans, il faisait des romans, sur la vie

Du grand désert, où luit la Liberté ravie,

Forêts, soleils, rives, savanes ! — Il s’aidait

De journaux illustrés où, rouge, il regardait

Des Espagnoles rire et des Italiennes.

Quand venait, l’œil brun, folle, en robes d’indiennes,

— Huit ans, — la fille des ouvriers d’à côté,

La petite brutale, et qu’elle avait sauté,

Dans un coin, sur son dos, en secouant ses tresses,

Et qu’il était sous elle, il lui mordait les fesses,

Car elle ne portait jamais de pantalons ;

— Et, par elle meurtri des poings et des talons,

Remportait les saveurs de sa peau dans sa chambre.

Il craignait les blafards dimanches de décembre,

Où, pommadé, sur un guéridon d’acajou,

Il lisait une Bible à la tranche vert-chou;

Des rêves l’oppressaient chaque nuit dans l’alcôve.

Il n’aimait pas Dieu ; mais les hommes, qu’au soir fauve,

Noirs, en blouse, il voyait rentrer dans le faubourg

Où les crieurs, en trois roulements de tambour,

Font autour des édits rire et gronder les foules.

— Il rêvait la prairie amoureuse, où des houles

Lumineuses, parfums sains, pubescences d’or,

Font leur remuement calme et prennent leur essor !

Et comme il savourait surtout les sombres choses,

Quand, dans la chambre nue aux persiennes closes,

Haute et bleue, âcrement prise d’humidité,

Il lisait son roman sans cesse médité,

Plein de lourds ciels ocreux et de forêts noyées,

De fleurs de chair aux bois sidérals déployées,

Vertige, écroulements, déroutes et pitié !

— Tandis que se faisait la rumeur du quartier,

En bas, — seul, et couché sur des pièces de toile

Écrue, et pressentant violemment la voile

 

 

*

 

 

I poeti di sette anni

(26 maggio 1871)

 

A M. P. Demeny

 

E la Madre, chiudendo il libro del dovere,

Se ne andava, soddisfatta e fiera. Non vedeva

Negli occhi azzurri e sotto la fronte piena,

Di protuberanze, l’anima del suo bambino

In preda alle ripugnanze.

 

Tutto il giorno sudava obbedienza; intelligente,

Molto; eppure qualche nero tic, qualche manìa,

Indicavano in lui le acerbe ipocrisie.

Nell’ombra dei corridoi dai parati ammuffiti,

Passando, coi pugni sull’inguine, tirava fuori

La lingua. A occhi chiusi, vedeva tanti punti.

Una porta si apriva nella sera: al lume

Lo scoprivano lassù, sulla ringhiera,

A rantolare sotto un golfo di luce.

Appeso al tetto. Soprattutto d’estate, àtono, vinto,

Si ostinava a rinchiudersi nelle latrine, al fresco:

Là pensava, tranquillo e saziando le narici.

 

Quando, lavato dagli odori del giorno,il giardinetto

Dietro la casa, d’inverno, s’illunava,

Steso ai piedi d’un muro, sepolto nella marna

E per aver visioni schiacciando l’occhio storno,

Ascoltava brulicare le spalliere marcite

Pietà! Era amico soltanto di quei bambini scarni

Che, a fronti nude, occhi stinti sulle guance,

Celando magre dita nere e gialle di fango,

Sotto vesti vecchiotte puzzolenti di sciolta,

Conversavano con la dolcezza degli idioti!

E se, nel sorprenderlo in pietà immonde, la madre

Si spaventava; le tenerezze, profonde,

Del bambino balzavano su quello stupore.

Era bello. Lei aveva lo sguardo azzurro, - che mente!

 

A sette anni, faceva romanzi sulla vita

Del vasto deserto, dove splende una Libertà felice,

Soli, foreste, savane, rive! - Si aiutava

Con i giornali illustrati in cui, rosso, guardava

Ridere le Spagnole e le Italiane. Quando, pazza,

Occhi bruni, grembiulino d’indiana, - otto anni, -

Veniva la bambina degli operai vicini,

Piccola selvaggia, e scotendo le trecce,

In un angolo, gli saltava a a cavalcioni,

Lui standole di sotto le addentava le natiche,

Poi che non si metteva mai le mutandine;

- E, pestato da lei coi pugni e coi calcagni,

Si portava i sapori della sua pelle in camera

Temeva le domeniche squallide, a dicembre,

In cui, impomatato, su un tavolino di mogano

Leggeva una Bibbia dal dorso verde-cavolo.

Nell’alcova, ogni notte era oppresso dai sogni.

Non amava Dio; ma gli uomini che, la sera fulva,

Vedeva rientrare neri, in camiciotto, al sobborgo

Dove i banditori al rullo dei tamburi

Fanno rumoreggiare e ridere ai proclami le folle.

- Sognava le praterie amorose, dove ondate

Di luce, sani profumi, pubescenze d’oro,

Calmamente si espandono e prendono l’involo!

E come assaporava le cose misteriose

Quando, nella stanza nuda con le persiane chiuse,

Alta e azzurra, satura di umidi afrori,

Leggeva il suo romanzo sempre rimeditato,

Pieno di grevi cieli ocracei e foreste affogate,

Fiori di carne esplosi ai boschi siderali,

vertigine, scoscendimenti, disfatte, pietà!

- Mentre avevano inizio i rumori del quartiere,

Giù in basso – da solo, e steso su una pezza

Di tela grezza, e presentendo con violenza la vela!

 

Traduzione di Diana Grange Fiori

Arthur Rimbaud - Opere, I Meridiani, Mondadori



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