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Biografia di Giampiero Fargnoli

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Io sono il più fenomenale bugiardo che abbiate mai incontrato in vita vostra. E' spaventoso. Perfino se vado all'edicola a comprare un giornale, e qualcuno mi domanda che cosa faccio, come niente dico che sto andando all'opera.



sono nato a Granada nel 1973 ma cresciuto in un paesino del lazio meridionale: vallefredda.
a 19 anni me ne sono andato a Siena a studiare diritto e lì sono rimasto fino ai 25 anni, nel frattempo sono tornato a Granada per un periodo di circa 5 mesi, grazie ad una borsa di studio, per ritornarvi poi periodicamente fino ai 26 anni.
dai 26 ai 29 nulla di particolare.
dal 2002 mi sono trasferito a Roma ma, in realtà, vivo nella capitale solo dal 2007.

A Granada il primo incontro con la bellezza che mozza il fiato; non una docile carezza, bensì una stretta al cuore che non fa respirare, che costringe ad abbassare lo sguardo, che fa salire la febbre!

castello rosso


Sua eccellenza era di nuovo chino sul libro, muoveva la lente come a disegnare esitanti ellissi. Don Giuseppe vedeva i segni balzare dentro la lente e, prima che avesse il tempo di coglierne uno solo, sfrangiati ricadere sulla pagina tarlata.
Sua eccellenza voltò il foglio, ancora si attardò nell’esame. Mormorò qualcosa. Voltò altri fogli velocemente scorrendoli con la lente, sull’ultimo che guizzava di piccoli vermi d’argento si soffermò.
Si sollevò, voltò le spalle al codice: lo sguardo gli si era di nuovo spento.
“Una vita del profeta” disse “niente di siciliano: una vita del profeta, ce ne sono tante.”
Don Giuseppe Vella si voltò con faccia radiosa verso monsignor Airoldi: “Sua eccellenza dice che si tratta di un prezioso codice: non ne esistono di simili nemmeno nei suoi paesi. Vi si racconta la conquista della Sicilia, i fatti della dominazione…”


Milano è stata una città importante e, per diversi anni, ho creduto proprio che sarebbe diventata la mia città.
E’ difficile dare un giudizio sereno, in genere la si vede attraverso un caleidoscopio di pregiudizi; certo, non è una città bella nel senso che può dare un italiano a questo aggettivo, soprattutto se uno è abituato a Roma, però a me piace.
Con Milano si era creata quella affinità di pelle che la rendeva una mia possibile casa; non si tratta di bellezza ma di “accordatura”, sono sensazioni che un posto trasmette, è proprio un accordarsi tra l’aria della città e la pelle. I colori, gli odori; le sensazioni che danno le case e le strade, i nomi delle strade.
“Via delle ore” è una stradina senza pretese eppure vi ho lasciato un pezzettino di cuore.
“Piazzetta Borromeo” è invece un luogo di bellezza assoluta.
“Piazza dei mercanti”.

ciao milano




Cosa pretendi, uomo senza ombra.
Cosa cerchi, tra le tenebre,
alla luce di una vecchia paura
che ti scalda e ti raggela.

Cosa cerchi, padrone senza cane.
Cosa cerchi, padrone di nulla,
che hai ucciso il tuo sguardo
per non vedere, né uccidere.

C'è chi teme gli aguzzini,
c'è chi teme di aver paura,
c'è chi teme di essere aguzzino,
c'è chi teme di restar cieco.

C'è chi fugge dalla suocera,
c'è chi fugge da un ricordo,
c'è chi fugge dai suoi sogni
per non perder la ragione.

Cosa pretendi, uomo senza ombra.
Cosa cerchi, tra le tenebre,
alla luce di una vecchia paura
che ti scalda e ti raggela.

Cosa cerchi, padrone senza cane.
Cosa cerchi, padrone di nulla,
che hai ucciso il tuo sguardo
per non vedere, né uccidere.

Tu vedrai tra le ombre,
tu vedrai tra le tenebre
il meglio della tua memoria
che ti scalda e ti raggela.

Se il bianco era già nero,
quando tutto era così bianco,
perché uscire dalla buca?
perché tornare all'affanno?

Già hai ucciso il tuo sguardo
per non vedere né uccidere.



Tutti i bambini si sforzavano di afferrare l’anello d’oro, anche la vecchia Phoebe, e io avevo un po’ paura che cadesse da quel maledetto cavallo, però non dissi e non feci niente. Il fatto, coi bambini, è che se vogliono afferrare l’anello d’oro, uno deve lasciarli fare senza dire niente. Se cadono, amen, ma è un guaio se gli dite qualcosa.
Finito il giro, lei scese dal suo cavallo e venne da me.
- Stavolta vieni anche tu, - disse.
- No, sto solo a guardarti. Mi sa che sto solo a guardarti, - dissi. Le diedi un po’ dei suoi soldi. – Tieni. Prendi qualche altro biglietto.
Lei prese i soldi. – Non sono più arrabbiata con te, - disse.
- Lo so. Sbrigati, ora ricomincia.
Allora, tutt’a un tratto, mi diede un bacio. Poi tese la mano e disse: - Sta piovendo. Comincia a piovere.
- Lo so.
E allora lei fece una cosa che per poco non mi lasciava secco: mi infilò la mano nella tasca del soprabito, ne tirò fuori il mio berretto rosso da cacciatore e me lo mise in testa.
- Non lo vuoi tu? – dissi.
- Per un po’ puoi portarlo.


Certe città sono come involucri vuoti, ce ne sono alcune che voi non prendereste in considerazione nemmeno per prendere un caffè, non sapete nemmeno benissimo dove siano, non vi hanno mai chiamato l’attenzione per alcunché.
Poi può succedere che uno di questi posti, di queste città intendo dire, entri nella vostra vita, in genere succede per caso, almeno a me è successo in questo modo; di colpo c’è uno spazio vuoto che inizia a riempirsi: le strade, le piazze, le edicole, i bar; ogni angolo viene invaso, piano piano, nel corso del tempo, dal livello sempre crescente dei vostri ricordi.
Pescara è proprio così, non le avrei dato due soldi e, a dire il vero, non è niente di speciale, anzi direi abbastanza brutta (anche i nomi delle strade sono piuttosto banali), ma io me la sono riempita così bene di ricordi, l’ho fatta così zeppa, da farmi girare la testa.
I posti più banali, certe edicole, alcuni negozi, la feltrinelli, un caffè, (diversi caffè), una fermata del bus, un negozio di abbigliamento.
A Francavilla poi, un posto poco lontano, c’è un tratto di spiaggia, saranno cinquanta metri … beh io lì non potrei proprio tornarci.



La colpa è tutta mia: non dovevo sguainare la spada contro uomini non armati cavalieri come me: e quindi credo che il Dio delle battaglie, in punizione di aver infranto le leggi della cavalleria, ha permesso che mi fosse dato questo gastigo. Per ciò, caro Sancio, è bene che tu tenga presente quel che ora ti dirò e che è molto importante per il bene di tutti e due. Quando dunque tu vedi che delle canaglie simili ci fanno qualche sopruso, non aspettare che io tiri fuori la spada contro di loro, perché non lo farò più assolutamente, ma metti mano tu alla spada e gastigali come meglio credi. Che se mai in loro difesa accorressero dei cavalieri, allora ti saprei difender io, e darei loro addosso con tutte le mie forze; e ormai tu avrai visto a mille segni e in mille prove fin dove arriva il valore di questo mio forte braccio.

Tu, fino ad ora per me, non sei che un ragazzino uguale a centomila ragazzini. E non ho bisogno di te. E neppure tu hai bisogno di me. Io non sono per te che una volpe uguale a centomila volpi. Ma, se tu mi addomestichi, noi avremo bisogno uno dell'altro. Tu sarai per me unico al mondo, e io sarò per te unica al mondo.

 

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1 :: Ivan Pozzoni - 16/02/2018 17:00:00
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Interessante!