Il canto dell’orca
Testarda e vanesia, priva di domani sei andata.
Anima migrante, zingara di professione
cammini nella larga strada senza direzione,
in una incessante movida di illusioni, credulità, ingenue passioni.
Mi chiedo dove vai se non hai sicura meta.
Intensi fumi annebbiano la tua coscienza
e la tua bellezza li rende ancor più densi perché mente
a chi cerca con fatica di carpire e dare un senso al tuo avvenire.
Anche se ti mostri nuda non potrai invaghire:
nessuno può soddisfare il tuo assetato ardore di felicità.
Fermati, l’astrale contemplazione di stelle e costellazioni
ti farà sentire il canto dell’orca,
respiro della terra, alito animale, originario nutrimento,
a chi con singhiozzo affannoso chiede pietà.
Francesca Luzzio
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