Pubblicato il 01/11/2011 12:04:57
Tremo al sentire la tua voce, seppur distratto dalle fatiche d’un giorno inchiodato al nulla narri di vita e di dolore come dello stesso giardino rose, spinose sì, ma belle, belle le panchine di quel luogo chiuso da vergogna, consumando la memoria nei tuoi versi, pregando giunga presto un Salvatore a mondare i peccati che non sai, a tranciare le catene dell’inquietudine è lei a legarti e slegarti dalla vita e tu la brandisci come arma per difenderti un po’, per poi morire uccisa a morsi dall’amore tu, che anche nel dolore canti vita ascolta ora tutto il mio tremore.
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