Pubblicato il 24/11/2011 10:19:38
TAO DELL’ARIA afflato/armonia/sonorità/incantamenti.
Nota continua di un flauto metafora di un pino all’orizzonte senza vento la chiave di violino allerta l’arco sulle corde tese ali d’un falco sospese per un vuoto d’aria che sconcerta l’orchestra delle nuvole disperate.
Soffio di vento sospira sull’acque agitate che di colpo si fermano dove tutto rifulge e si specchia in cui l’aria d’argentea luce riverbera di dolce armonia di un creato che incanta risonanza di un acustico afflato.
E già s’allerta il regno dell’invisibile realtà misteriosa e fuggevole come “l’albero che nell’orecchio sorge” trattenere vibrazioni di foglie che nell’aria oscillano vivaci per una promessa d’amore che di volare ha concesso un istante prima di morire.
Ed ecco il violino ritrova la giusta nota quando nell’aria s’invola il falco rapace ed è tutto un trillare di suoni mormorio di risonanze lontane prova d’orchestra nella tormenta che avanza nella piana tempestata di antichi bagliori.
E già s’armano i cavalieri del grande castello del giorno che fortissima luce balena di scudi d’elmi e di spade acuti vertici si levano nell’aria l’orchestra al completo coi suoi migliori strumentisti solleva ansia al coro.
Cavalli scalpitano alla piana a briglia sciolta che nell’aria s’invola a forza tendono a catene smuovono pareti d’universo cavalieri del giorno impavidi d’azzurro cedono al vittorioso nell’abbattersi di castelli di nero fumo.
A cento a mille le torri crollate muraglie del giorno segna echi sferzanti la battaglia è perduta e già il vinto declina sul fianco che nell’aria s’arresta per una disfatta al tempo di calma pace la sera s’oscura.
Ferma a bufera di rosso sangue la piana riposa posa il coro resta a sussultare il vento maestri a spezzati archi echi d’aria lontani il vento riporta a primiere note il coro compenetrato a silenzio . . . lì dove la “morte del giorno” rigenera l'alito della vita.
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