Pubblicato il 24/12/2011 22:46:06
Torno da te stasera, antiche ali, ancora e ancora nel tuo grembo caldo di parole lise in nuove tessiture, come la tua vestaglia azzurra che attende sempre di sbiadire per non tradire di Iside tua madre il focolare. Sull’orlo del natale eccoci a tremare - segretamente, senza spaventare - come figurine di carta ritagliate minutamente nella nebbia chiara.
Non voglio uscire docile ai rintocchi dorati delle sfere del natale, alla magia per pochi dell’altare col pizzo bianco, profumato incanto.
Fuori le strade sanno ben altro, senza fuochi o acque a mitigare.
Un soldo fu lanciato oggi nella mano dell’officiante sporco e sorridente.
Intanto dense schiere d’ombre vagano incerte a non pensare se non l’affanno scandito dal sussulto quotidiano, sbadigli a tintinnare.
Ma resto qui, ora per sempre, tra le tue ali ancora non spezzate nel fare sacro il cibo che già nutre, innocuamente, senza più temere - mentre sorride il manto di Merlino sull’orlo troppo bianco del natale.
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