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Breve dialogo tra una contabile e un’immigrata

di Medina Lariana
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Pubblicato il 22/03/2012 15:50:53

Nadia è agitata, mi guarda in modo strano. Appena gli altri si allontano si accosta alla mia scrivania e posa lo scopettone.
- Tu compili figlia scuola.
- Eh? - Mi sta sventolando davanti un foglio scritto a mano.
- Tu compili domande figlia brava studia professora dice brava.
- Porca miseria Nadia parla più lentamente, non si capisce niente, ma stai andando al corso di italiano?
- Sì maestra dice parlo veloce perché se no dimentico frase. Prima tu impari russo che io imparo italiano. - Non è detto che non ci provi, avrei giusto due o trecentomila domande sulla vita in Ucraina da porre a Nadia, ma al momento non è possibile comunicare, non come vorrei.

La figlia di Nadia ha tredici anni e frequenta la terza media. Il foglio scritto a mano è un questionario composto da dieci domande da sottoporre a un adulto.
- Tu compili?
- N'ata vota! Ho capito! Compilo il questionario e lo mando a tua figlia via mail..

La domenica mattina decido di togliermi dalle scatole il benedetto questionario. Dieci domande sai che ci vuole! La "professora" dice che la ragazza è brava, quindi la lingua la comprende bene, devo solo ricordarmi che ha tredici anni e rispondere in modo semplice, ci metto un attimo.

1. Qualè la tua professione?

- Contabile.

2. In che cosa consiste esattamente il tuo lavoro?

- Mi occupo della tenuta dei conti attraverso il controllo e la registrazione di documenti con il metodo della "partita doppia" che è la tecnica usata per questo tipo di lavoro.

3. Come sei arrivato a svolgerlo?

- Mi è stato insegnato da una persona molto più esperta di me.

4. Che tipo di studi hai seguito?

- Ho conseguito il diploma di istruzione secondaria superiore di ragioniere e perito commerciale.

5. Hai dovuto conseguire qualche specializzazione?

- Sì, ho dovuto aggiornare le competenze informatiche.

6. A che cosa è servito il tuo percorso formativo? 

Ecco e adesso? Avvio la lavatrice così intanto ci penso. Dunque vediamo, la tecnica non l'ho certo imparata a scuola, non si può imparare una cosa del genere senza praticare. Della scuola ricordo le botte, il disagio e poco altro. Quindi? Rileggo la domanda e mi tornano in mente i discorsi di quando era mia figlia a dover scegliere il percorso formativo. Di cosa parlavamo? Conservatorio, liceo scientifico, un po' di tutto senza sapere niente. Finiamo questo cavolo di questionario.

-In ordine di importanza: una discreta padronanza della lingua italiana, la conoscenza e la comprensione delle leggi, la cultura generale, la tecnica specifica. 

7. Quali doti e capacità professionali (scuole/corsi) sono richieste nel tuo lavoro?

Oddio, chiamarle proprio doti... ricordati che ha tredici anni... ricordati che ha tredici anni... porca miseria che fatica, arrivano fin dall'Ucraina a farmi sudare! Come lo spieghi il malcostume quotidiano a una di tredici anni? E poi chi ha detto che devo spiegarglielo?

- Nel mio lavoro si incontrano situazioni molto diverse tra loro e quindi le competenze richieste variano a seconda dell'azienda in cui si lavora. Spesso le regole vengono applicate in modo differente oppure cambiano, occorre quindi una certa flessibilità. Ultimamente viene premiata la rapidità (eseguire il lavoro velocemente) e per questo è necessario saper utilizzare al meglio gli strumenti informatici, soprattutto Excel, diversamente si correrebbe il rischio di commettere degli errori. Sono necessari corsi di aggiornamento per le leggi fiscali e corsi di informatica.

8. Quale grado di soddisfazione ne ricavi?

- Nessuno.

9. Individua alcuni aspetti positivi e alcuni aspetti negativi della tua professione.

Positivi: a volte c'è la possibilità di svolgere il lavoro in maniera autonoma, rimanendo concentrati su quello che si sta facendo e la giornata lavorativa scorre rapidamente. Negativi: man mano che si perfezionano i sistemi informatici questo tipo di lavoro, che già per sua natura è un tantino monotono, si trasforma in una procedura di semplice inserimento dati per la quale non è richiesta alcuna competenza specifica. La posizione - seduta - che si è costretti a mantenere per otto ore non è sana e a lungo andare causa disturbi alla colonna e alla circolazione, così come l'esposizione al videoterminale causa disturbi alla vista.

Basta così o la ragazza torna in Ucraina dalla nonna, si dedica all'agricoltura e sua madre mi ammazza.

10. Quali suggerimenti ti senti di dare ai ragazzi che devono effettuare una scelta di scuola superiore?

È quasi mezzogiorno! Mi preparerò un bel risotto.

Mentre cucino ricordo le riflessioni fatte con mia figlia su quanto sbagliata si sia rivelata per lei la scelta della scuola ad indirizzo tecnico. Mentre mangio il mio risotto ricordo le mie speranze ma anche l'incapacità di immaginare un futuro. Nessuno può prevedere in che direzione andranno i cambiamenti e quindi ci si accontenta di quello che si crede un miglioramento rispetto al proprio vissuto; a volte un breve vissuto.

Trascorro metà del pomeriggio ripensando a mio padre e non è una metà pomeriggio proprio leggera. La sera arriva mentre cerco di trattenere nella mente l'immagine di tre generazioni e di confrontarle fra loro. Dopo cena cerco di incollare nella testa almeno qualche stralcio di tutti i ragionamenti della giornata. Concentriamo tutte le energie nel tentativo di non fare con i figli gli stessi errori che i nostri genitori hanno fatto con noi. Nel frattempo le cose cambiano e ne facciamo di nuovi. A loro volta I figli soffrono e nel tentativo di non trasferire la stessa sofferenza ne creano una nuova, più moderna.

Ecco, ho inventato la "partita tripla". Per qualche attimo, mentre provo a far quadrare tre vite, mi pare di intuire che solo quella nel mezzo e solo in un determinato momento può guardare nelle due direzioni. Incastrata tra due artisti, l'uno morto e l'altra fuori casa da dieci anni, posso solo farmi molto male. Meglio uscire dal tritacarne.

Ricordati che ha tredici anni e un sacco di sogni, non puoi demolirla spiegandole che al RIS di Parma difficilmente troverà la zia scema della Barbie che gira con l'Hummere la Glock nella fondina. 

- Ovviamente una prima scelta tra percorso tecnico/scientifico e percorso umanistico/artistico va fatta per forza anche se l'età non è quella giusta per scegliere. Detto questo i miei consigli sono :

Non attribuire alla scelta del percorso scolastico il potere di risolvere il problema dell'occupazione; non è possibile diplomarsi ed essere in grado di svolgere subito un lavoro. A parte qualche eccezione, non esiste il percorso che assicuri il posto di lavoro come non esiste il percorso che lo precluda. Il diploma di scuola superiore, qualsiasi diploma, è uno dei documenti necessari per entrare nel mondo del lavoro, però per ottenerlo bisogna concludere il ciclo di studi che dura 5 anni; consiglierei di scegliere l'indirizzo più appagante per scongiurare il rischio dell'abbandono scolastico. Attrezzarsi con il dettaglio delle materie, il numero delle ore previste ecc. (anche e soprattutto di quelle che non piacciono). Inutile, per il momento, immaginarsi a lavorare nel laboratorio di CSI Miami per poi scoprire che la chimica proprio non la si digerisce. 

Rileggo il mio lavoro. Che schifo, sembra un estratto conto, le aggiungo una frase personale?

P. S. Mia figlia ha 30 anni, si è diplomata seguendo un percorso tecnico, lavorava come tecnico di laboratorio ma non era felice. Ha deciso quindi di cambiare completamente percorso e, dopo aver frequentato il corso di Operatore Socio Sanitario, ha iniziato a lavorare in diverse strutture sanitarie. Accudisce ragazzi con problemi, malati di Alzheimer e malati terminali. Anche se il suo desiderio più grande era praticare la musicoterapia, adesso è felice. 

Il giovedì seguente Nadia mi guarda di nuovo in modo strano. Appena possibile mi avvicino, lei è nel bagno accovacciata e sta pulendo il vaso alla turca. Parla girando la testa di tanto in tanto ma non smette mai di strofinare.

- Ho pensato figlia studia lingue.

- Ottimo.

- Ho pensato io migliorato Italia da Ucraina.

- Sì …

- Ho pensato figlia studia e migliora da Italia a Francia o altro paese così un poco più felice di me. 

Guardo fuori dalla finestra e mentalmente sorrido a mio padre.

Papà non è che hai visto la mia Glock? Era qui nella fondina. L'avrò lasciata sull'Hummer?


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