Pubblicato il 15/08/2012 23:26:50
Lanciai parole all'eco - strapiombo dell’ascolto.
Fu giocoforza il crollo - Sisifo impotente, Sisifo monco.
Sillabe sprofondate, gorgo a straniamento - afferri con le dita fantasmi inabissati.
E grida nel silenzio il tempo rattrappito, squarciata la placenta straripa dal principio - ghermendomi dal grembo la mano illividita.
Allora apri le braccia e speri non sperando. Tacere di usignoli è farsi canto.
E ricordare ancora i volti nella fine - di chi ti diede in pegno amore per l'esilio.
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