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Un bacio - un film di Ivan Cotroneo

Argomento: Cinema

di Giorgio Mancinelli
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Pubblicato il 09/04/2016 11:15:28

‘Un bacio’ - un film di Ivan Cotroneo

Con: Rimau Grillo Ritzberger - Valentina Romani - Leonardo Pazzagli - Simonetta Solder - Susy Laude - Thomas Trabacchi - Laura Mazzi - Sergio Romano.

“Un ritratto sensibile e coraggioso di tre adolescenti che escono dallo schermo per entrare nella memoria dello spettatore, nello spazio in cui stanno i film che non si dimenticano.” Così si è espressa la critica per questo film destinato a diventare un ‘cult’ delle giovani generazioni, per la squisitezza delle immagini, l’essenzialità dei dialoghi, la creatività felice di chi vive la realtà quotidiana con entusiasmo, la felicità dei sogni incontaminati. Un film sull’amore adolescenziale e più in generale che supera le barriere di ‘genere’, sulla certezza che l’amore vince su tutto, anche quando le cose della vita non vanno secondo le migliori aspettative e la lotta contro i pregiudizi si fa dura: "Non voglio che mio figlio sia 'tollerato'" dice il padre adottivo di Lorenzo dinanzi alla preside e ad un'insegnante particolarmente insensibile. Ivan Cotroneo fa propria questa affermazione senza però cedere alla tentazione del pamphlet riaffermando con forza il diritto di ognuno a vivere la propria vita e la propria dimensione affettiva secondo tempi che non siano dettati da un contesto sociale che si eriga a normativo in questo ambito.

Lorenzo, Blu e Antonio hanno molte cose in comune: l'età – sedici anni –, frequentano la stessa classe nello stesso liceo in una piccola città del nord est, hanno ciascuno una famiglia che li ama, e tutti e tre, anche se per motivi differenti, finiscono col venire isolati dagli altri coetanei. Blu che scrive alla se stessa del futuro 'per non dimenticare'. Lorenzo che ostenta sicurezza ma ha bisogno di rifugiarsi nell'immaginario per trovare quell'ammirazione che il mondo dei coetanei gli nega. Antonio, bravo giocatore di basket disturbato dai sensi di colpa per il fratello morto in un incidente, quanto introverso e chiuso nel relazionarsi con gli altri. Di tutti e tre conosciamo l'ambito familiare in cui incontriamo sensibilità genitoriali diverse ma, ognuna a suo modo, capaci di amore e comprensione. Chi invece si compatta nel rifiuto sono i compagni tra i quali emergono leader in perfidia e bullismo (equamente suddivisi tra maschi e femmine) ma che finiscono comunque per essere tutti complici anche quando sono testimoni passivi dei soprusi. La dimensione della città di provincia, con la magia delle sue notti 'antiche' e con la brutalità dei mezzi di comunicazione oggi alla portata di ognuno, definisce il contesto della narrazione.

‘Un Bacio’ è un film (*) sull’adolescenza, sulle prime volte, sulla ricerca della felicità. Ma anche sul bullismo e sull’omofobia. Sui modelli e sugli schemi che ci impediscono, e che impediscono soprattutto ai ragazzi, di essere felici, di trovare la strada della loro singola, particolare, personale felicità. Ivan Cotroneo, che scrive la sceneggiatura con Monica Rametta, dall'omonimo libro (Bompiani 2010), sa come tenersi a distanza dalle negatività di cui sopra per offrirci un ritratto ad altezza di adolescenza di grande sensibilità e coraggio. Coraggio perché le situazioni vengono affrontate frontalmente senza ammorbidimenti e anche perché, come già Vinterberg in Il sospetto, non ha il timore di mettersi contro gli animalisti utilizzando la caccia come rito iniziatico. Sensibilità perché questi Jules, Jim e Catherine dei nostri giorni e di ben altra età (l'omaggio a Truffaut viene esplicitato nella scena della corsa a tre) non si limitano ad essere personaggi, per quanto ben costruiti, ma sono da subito persone con le loro fragilità e con le loro prese di posizione.”

"I film che hanno come soggetto l'adolescenza e le sue problematiche hanno saldamente incorporata la dicitura 'maneggiare con cura'. Perché il rischio della retorica e/o dello stereotipo sono presenti ad ogni singola riga della sceneggiatura e in ogni scelta di ripresa, recitazione, montaggio e soundtrack. Lo spettatore si trova spesso dinanzi a uno schema purtroppo ben definito. Ci si occupa di un ragazzo o di una ragazza emarginati e li si circonda di adulti che sono rappresentati o come dei minus habens o come totalmente incapaci di interessarsi a loro sia nel contesto familiare che al di fuori di esso." E per quanto si voglia cambiare questo ‘stato di cose’ non sembra si riesca mai ad andare oltre e si cade nella stessa ‘amara’ piega dell’autodistruzione. Il film non potendo uscire indenne da meschino rito della fine procurata di uno dei protagonisti ci offre un’altra possibilità interpretativa, apre cioè un varco alla speranza “..domani chissà, forse?” si arriverà al compiacimento/riconoscimento dell’ugualità nella diversità e al diritto di essere ciò che siamo: soggetti unici d’una molteplicità insormontabile e insostituibile con la forza di convincere chi non vuole ascoltare.

(*) Con la complicità di:
Ivan Cotroneo – Cineuropa / The Best of European Cinema
Giancarlo Zappoli – Mymovies.it
Emiliano Morreale – Trovacinema / L’Espresso

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