Pubblicato il 04/06/2012 06:59:43
"Il Passaggio" da District e Circle - ed. Corriere della Sera
Un primo germoglio verde: il biancospino ricoperto per metà.
Il funerale di lei riempiva la strada
e sembrava uscito da una qualche vecchia foto
di un 'pardon' bretone, donne di famiglia
a distanza e uomini con cappelli
in fila per quatrro, presto silenziosi.
Poi venne il rumore strozzato e i tonfi articolati
di un elicottero di passaggio, poi
la consapevolezza del suono dei nostti passi,
dell'aria aperta, e della vita dietro a quelle parole
"aria" e "aperta". La ricordavo sbigottita,
fetale, tremante, sudata, rattrappita, capelli bagnati,
il respiro stremato, maschera imperlata, il lampo
di uno sguardo stravolto, come sorveglianza di nascosto
dietro al bagliore di un vetro di elicottero.
Il tempo di una vita intera, uno per la morte: reticenza
ci teneva insieme quando eravamo insieme;
ogni dichiarazione un eccesso di franchezza.
Zia preferita, buona sorella, figlia fedele,
delicata sin da piccola, robusta lega
di disapprovazione, bontà e hauteur,
si prese il rischio, da ultimo, di certe gioie -
il ripiano fuori per gli uccellini giubilanti,
la "moda" nel suo guardaroba e nel cassettone.
Era il tempo, alla fine, a esprimere quanto intendevamo dire.
Dolore che tornava nelle mattine più chiare d'estate,
la morte di bambini nei bucaneve e nel biancospino,
interi requiem alla vista di piante e giardini...
Portarono senza sforzo la sua bara. Quattro donne,
quattro amiche - ragazze le avrebbe chiamate - si fecero
avanti
e pretesero quell'iltimo passaggio sotto il biancospino.
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