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Quando il cinema si ricicla (o si butta via?)

Argomento: Cinema

di Giorgio Mancinelli
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Pubblicato il 20/04/2016 05:32:31

QUANDO IL CINEMA SI 'RICICLA' (..O SI BUTTA VIA?)

 

"7 David a Jeeg Robot e Tale of Tales. Miglior film Perfetti sconosciuti." articolo di Vittoria Scarpa – Cineuropa News

 

Le nomination davano il testa a testa tra Lo chiamavano Jeeg Robot e Non essere cattivo (16 candidature ciascuno), e invece la cerimonia dei 60mi David di Donatello, celebratasi ieri sera a Roma in una veste del tutto rinnovata in stile Notte degli Oscar, se ha confermato il trionfo del film di Gabriele Mainetti, ha visto come altro protagonista della serata 'Il racconto dei racconti' - Tale of Tales di Matteo Garrone, lasciando poco (forse troppo) alla pellicola dello scomparso Claudio Caligari.

Sette David quindi per la rivelazione dell’anno 'Lo chiamavano Jeeg Robot': Miglior regista esordiente, produttore, attrice e attore protagonisti per Ilenia Pastorelli e Claudio Santamaria, attrice e attore non protagonisti per Antonia Truppo e Luca Marinelli, montatore: Stesso numero di David (sette) per l’incursione nel fantasy del regista di Gomorra, ovvero 'Il racconto dei racconti': Miglior regista, autore della fotografia (Peter Suschitzky), scenografo, costumista, truccatore, acconciatore, effetti digitali.

Il titolo di Miglior film va però quest’anno a 'Perfetti sconosciuti' di Paolo Genovese, altro fenomeno della stagione con 16 milioni di incasso, che si aggiudica anche il David per la sceneggiatura: “Un film su segreti e bugie”, ha commentato dal palco il regista visibilmente stupito ed emozionato, “ma questo premio lo voglio dedicare alla verità” (tutti i protagonisti della serata hanno sfilato sul tappeto rosso con indosso l’adesivo “Verità per Giulio Regeni”).

Al candidato italiano di quest’anno per l’Oscar, 'Non essere cattivo' di Claudio Caligari, va sorprendentemente un solo David, quello al Miglior fonico di presa diretta. 'Youth - La giovinezza' di Paolo Sorrentino (che pure aveva 14 nomination) è stato invece premiato per le musiche e la canzone originale, entrambe opera di David Lang. Miglior documentario è 'S is for Stanley' di Alex Infascelli, Miglior film dell’Unione europea è 'Il figlio di Saul'. Il David giovani va a 'La corrispondenza' di Giuseppe Tornatore.

 

Lista dei vincitori:

Miglior film Perfetti sconosciuti - Paolo Genovese.

Miglior regista Matteo Garrone - Il racconto dei racconti.

Miglior regista esordiente Gabriele Mainetti - Lo chiamavano Jeeg Robot. Miglior sceneggiatura Filippo Bologna, Paolo Costella, Paolo Genovese, Paola Mammini, Rolando Ravello - Perfetti sconosciuti.

Miglior produttore Gabriele Mainetti, Goon Films - Lo chiamavano Jeeg Robot.

Miglior attrice protagonista Ilenia Pastorelli - Lo chiamavano Jeeg Robot. Miglior attore protagonista Claudio Santamaria - Lo chiamavano Jeeg Robot.

Miglior attrice non protagonista Antonia Truppo - Lo chiamavano Jeeg Robot.

Miglior attore non protagonista Luca Marinelli - Lo chiamavano Jeeg Robot.

Miglior autore della fotografia Peter Suschitzky - Il racconto dei racconti. Miglior musicista David Lang - Youth - La giovinezza.

Miglior canzone originale “Simple Song #3” (Musica e testi di David Lang interpretata da Sumi Jo) - Youth – La giovinezza.

Miglior scenografo Dimitri Capuani, Alessia Anfuso - Il racconto dei racconti.

Miglior costumista Massimo Cantini Parrini - Il racconto dei racconti. Miglior truccatore Gino Tamagnini, Valter Casotto, Luigi D'Andrea, Leonardo Cruciano - Il racconto dei racconti.

Miglior acconciatore Francesco Pegoretti - Il racconto dei racconti.

Miglior montatore Andrea Maguolo con la collaborazione di Federico Conforti - Lo chiamavano Jeeg Robot

Miglior fonico di presa diretta. Angelo Bonanni - Non essere cattivo. Migliori effetti digitali Makinarium - Il racconto dei racconti.

Miglior documentario di lungometraggio S is for Stanley - Alex Infascelli. Miglior film dell’Unione europea Il figlio di Saul - Laszlo Nemes.

Miglior film straniero Il ponte delle spie - Steven Spielberg.

Miglior cortometraggio Bellissima - Alessandro Capitani.

David giovani La corrispondenza - Giuseppe Tornatore.

 

Scorrendo questa lista di 'graziati' dalla fortuna che, in questo caso ci vede da un occhio solo, come per dire che: 'per non far torto a nessuno regaliamo un David di Donatello a ciascuno'; vanno sottolineate certe defiance organizzativa, causa la quale il nostro cinema ancora stenta ad uscire dal 'casereccio' in fatto di premiazioni fin troppo volute. Non che gli americani facciamo meglio con l'Oscar o i francesi con il loro Palmares. Tuttavia va detto che in questo modo stiamo svendendo il nostro cinema a basso costo, come nel caso di Giuseppe Tornatore di 'La corrispondenza', non forse il miglior film in assoluto del regista ma comunque una pellicola di tutto rispetto, premiato con il 'David Giovani' (?), ch'è quasi un'offesa vergognosa; semmai gli andava assegnato il 'Vintage' per il 'l'alto livello' della sua ormai copiosa cinematografia. Perché non darlo al vero 'Giovane' Ivan Cotroneo de 'Il Bacio', anche se andavava inserito nella lista all'ultimo momento; quello sì che sarebbe stato uno scoop non da poco.

Per il piacere della lista troviamo 'Il ponte delle spie' di Spilberg, ben fatto, ben interpretato ma che ancora una volta segna una botta di gomito all'amico americano, come dire: 'una botta al cerchio, una alla botte'. E che dire di 'Perfetti sconosciuti', remake seppure intelligente di tanti film già visti che hanno segnato la storia del cinema italiano: (vedi recensione sul larecherche.it). E qualcuno dovrebbe dirmi che cosa ha questo film per essere scelto come 'miglior film'(?), nichilista senza sprechi, in breve un film senza... Certo è facile fare un film tutto in interni riciclando discorsi obsoleti seppure validi, ma consumati dall'uso.

Ed arriviamo a 'Il racconto dei racconti' di Matteo Garrone, un film di belle immagini ma 'inutile', per quanto discutibili ma certamente giustificati tutti i premi ricevuti, all'infuori di quello alla 'migliore regia' (tanto per dare un contentino anche a lui) probabilmente voluto da chissà chi (RAI?). Decisamente il migliore anche registicamente parlando 'Lo chiamavano Jeeg Robot' di Gabriele Mainetti, non per altro ha vinto 7 Donatello. Del resto, non si poteva fare tutta una serata in onore di un solo film, anche se ha sbaragliato tutti gli altri e ha sospinto il cinema italiano ad aprirsi verso una dimensione internazionale. C'era bisogno di riempire la sala, distribuire le statuette agitarle verso l'alto (povero David in cui tutti gli lisciano il culo) per fregiarsi di aver ricevuto un premio. E' anche così che il cinema italiano continua a buttarsi via, ma per quanti di noi hanno sperato in una 'rinascita' mi sembra ben poca consolazione.


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