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CRISPINO - fiaba ecologica per i più piccini.

di Giorgio Mancinelli
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Pubblicato il 17/03/2013 10:54:07

“C R I S P I N O” (fiaba ecologica per i più piccini)


Un mattino che non si andava a scuola, Ninetto correndo attraversò la strada chiamando a gran voce:
«Serafino! Serafino! dai vieni giù a vedere, qualcosa di nuovo è accaduto nella vecchia stalla!»

«Su dai, chiamiamo anche gli altri: Carletto! Marietta! Albertino! Margheritina, su presto accorrete!»

Gran corsa, gran chiasso, ed ecco gli amici arrivarono in fondo al paese con grande affanno ma il rude Michele brandendo un bastone li accolse scortese:
«Che fate voi qui? Andate via e non fatevi più vedere!

Serafino, il più grande fra loro, si tolse le scarpe, dicendo:
«Venite con me, conosco un passaggio segreto che dal ruscello porta dritto al fienile. Ma fate attenzione a non farvi sentire!»

Arrivati che furono dietro alla stalla vi guardarono dentro e con gran meraviglia scoprirono la gran novità. Sul fieno - che bello! - c’era un somarello accanto alla mamma.

«Ma è senza pelliccia!» - esclama Albertino.
«Magari avrà freddo?» – si preoccupa Ninetto.
«Facciamo qualcosa!» - esclama Marietta.
Margheritina già dice ch’ è rosa.

Al nuovo amichetto un nome vuol dare Carletto:
«Pierino, oppur Giacomino!»
«Ma no! - ribattè Albertino - a me sembra carino chiamarlo Crispino.»
«Si, sì! Crispino, che bello per un somarello.

Intanto di corsa, arrivò Michele alquanto arrabbiato:
«Vi prendo! Vi picchio, monelli!

«Su presto, scappiamo!» – li avverte Ninetto, che Michele è un uomo cattivo.

«Allora ciao Crispino, ma non preoccuparti, verremo ancora a trovarti!» - promette Albertino.


Passano i giorni e un giovedì che il vecchio Michele si reca al mercato, di nuovo insieme correndo, gli amici raggiungono il vecchio steccato.

Crispino è fuori sdraiato sul prato, coperto di un bel manto argentato.

«Alzati dai!» - gli gridano in coro gli amici.
«Ma è ancora un bambino, camminare non sa!» – dice tenera Margheritina.
Mentre Marietta gli dà una zolletta.
Chi gli afferra una zampa, chi per la coda lo tira di già, e ben presto assomiglia Crispino a un burattino.

Più svelto Ninetto, lancia il suo gridolino, che suona più o meno così:
«Y- yo! - Y-yo! Y-yo!»

«Y- yo! - Y-yo! Y-yo!» -
ripete contento Crispino, travolto dalle risa di tutti gli amici.

«Che bello, è un vero asinello!» - dice Carletto.
«Carino!» - aggiunge Marietta.
«Evviva Crispino!» – esclama di suo Serafino.

Quand’ècco che Margheritina gli dona una cosa: un campanello con un fiocco rosa.

«Io, - ribatte Carletto - gli avrei messo una sella, piuttosto che uno stupido fiocco con un campanello» - tirandolo via così, per dispetto.

Piange Margheritina e con gran meraviglia di tutti, le si avvicina Crispino come a consolarla, strofinandogli la testa sopra la spalla.

. . .

Passa del tempo e intanto cresce Crispino, compagno di giochi d’ogni bambino. Serafino lo vuole per giocare ai Cow-boy. Allegro Carletto salitogli in groppa li incita  a far carovana, disponendo gli amici in fila indiana.

«Adesso tocca a me!» - esclama Albertino, che di salire reclama.

Dacché Carletto scendendo gli dà uno spintone, inciampa Albertino coi piedi un fuscello, andando a cadere dentro il ruscello. Ninetto non poco spaventato s’accorge che il mal capitato dalla corrente sta per esser trascinato.

Serafino in un battibaleno già un ramo gli porge, allorché Albertino l’afferra ma è senza fiato. Tosto Crispino l’afferra per una bretella e fin sulla riva con uno strattone lo riporta a galla.

Salvo è dunque Albertino che dello spintone perdona Carletto che muto trattiene un luccicone.

Marietta felice regala a Crispino un’altra zolletta.

Contento è il buon somarello  che di nuovo fa sentir la sua voce:
«Y- yo! Y- yo!, - Y- yo! Y- yo!»

Rappacificati gli amici ripetono in coro il suo verso:
«Y- yo! Y- yo!, - Y- yo! Y- yo!»

. . .

Del tempo è passato e finita è ormai la scuola. Tornano gli amici con la cartella, ridendo o piangendo per la pagella.

Albertino durante l’estate studiare dovrà la geografia. Carletto è promosso per un colpetto.

Margheritina con le treccine, imparare dovrà le tabelline. Una bella pagella porta a casa Marietta.

Ninetto studiare dovrà ‘religione’ con qualche lezione di riparazione.

Serafino la ‘quarta’ ha ormai ultimato, ma il suo papà è molto ammalato e a lavorare andrà come garzone al mercato.

Vanno i compagni di giochi a chiamarlo ma Serafino sa già che giocare più non potrà, ché giunto è il momento delle ‘responsabilità’. Ed ognuno s’accorge che sul suo bel faccione tosto già scende un lacrimone.

Nei giorni a venire di nuovo i monelli vanno a cercare Crispino sul prato e il bel somarello contento li accoglie ogni volta allo steccato col suo ritornello:
«Y- yo! Y- yo!, - Y- yo! Y- yo!»

Più tardi Michele li sorprende di nuovo dietro il fienile e con fare marrano li scaccia:
«Andate via, vi ho detto che più non dovete venite a cercar l’asinello.»

E dopo averli rincorsi, ancor minaccia Albertino con il frustino.

Si lagna Crispino nel vedere scacciare il bambino:
«Y- yo! Y- yo! - Y- yo! Y- yo! Y- yo!» - grida contro Michele il suo gridolino.

Allorché Michele arrabbiato lo punisce per la sua mal parata lasciandolo senza la tenera biada.

«Oh poverino!» - esclama Marietta, rammaricata per la disdetta.
«Ma è ancora un bambino!» - dice Margheritina sorpresa.
«Come lo è Serafino!» – aggiunge Ninetto.
«Michele è davvero un uomo cattivo!» - aggiunge Carletto non dimentico dell’avvertimento.
«Ieri al mercato, mi ha detto la mamma, che Michele le ha chiesto il denaro per un nuovo steccato» - aggiunge Albertino.
«Di certo dobbiamo fare qualcosa!» - reclama Ninetto.
«Ma cosa?» - si chiede Marietta.

. . .

Passano i giorni, passa una settimana, e nessuno più vede Crispino sostare sul prato di casa.

«Che il cattivo Michele lo tenga legato nella stalla?» – si chiedono gli amichetti preoccupati, mentre qualcuno di loro già escogita un piano: di chiedere a Michele che lasciar deve Crispino giocare con loro sul prato.

«Altro che giochi, andate via birbanti, o vi faccio sentire il fuoco del mio frustino!» - esclama furente Michele.

Ed è così che un bel giorno, mentre tutti in paese sono a messa per la Candelora, Ninetto e compagni attraversano in silenzio lo steccato in fondo al dirupo. Si arrampicano su, fino a raggiungere il piano, ma ahimè, non trovano Crispino nel prato.

«Che venduto lo abbia Michele al mercato?» – domanda Carletto.

Crispino, uditi i loro passi avvicinarsi alla stalla, già raglia per farsi sentire da dentro alla stalla:

«Y- yo! Y- yo! - Y-yo! Y-yo!»

«Crispino! Crispino! Crispino!» – urlano gli amichetti in coro.

«Y- yo! Y- yo! - Y-yo! Y-yo!», risponde contento Crispino ripetendo il suo verso.

Legato lo trovano gli amici al carretto e con un saltino son già tutti sopra, pronti a scappare lontani dal cattivo Michele. E' così che Crispino trotterella contento oltre lo steccato, lungo la strada che li porta lontano da casa.

Margheritina ha con sé un ramo di pesco fiorito e in piedi sul carro sciorina la sua canzoncina:

“Io sono la Fata della brigata.
Marietta tu sei la Regina.
Tieni una rana ti do una susina.
Pur senza corona stai sul carrettino ma oggi tu Nino
Sei il re del Mattino.
Carletto sei tu il principe della contrada.
Io sono la Fata della brigata”.

Allegro trotterella Crispino mentre risuona nell’aria il dolce suono del suo campanellino.

«Fate silenzio, già dice Marietta, ho anch’io una strofetta»:

“Sei bello, sei bello
Tu sei somarello
Tu sei birichino
Il tuo nome è Crispino!”.

D’intorno è silenzio, allorquando la tiepida sera li sorprende ormai lontani da casa. Le mamme e i papà cercano ovunque i propri bambini con il cuore in pena, che intanto in paese s’è sparsa la voce, qualcuno già dice che un uomo malvagio col sacco ha rapito i bambini:


«Aveva in testa un berretto nero!»
«E in mano un bastone!»
«Ha rubato un carretto!»
«Li sta portando lontano!»

. . .

Giunta che è ormai la notte, ognuno in cuor suo dispera: c’è chi piange, chi prega, chi prende una zappa e chi porta un lampione.
In paese c’è gran confusione: chi corre di qua, chi dice - di là! Ma in verità nessuno sa dove cercarli potrà.

Sopra al carretto gli amichetti infreddoliti si stringono tremanti fra foro, e mentre del vento si sente la stura, qualcuno già piange per la paura.

Intanto in paese ognuno li cerca, e c’è chi parla di un Orco sopra un nero destriero:

«Era brutto!»
«Scuro da far paura!»
«Un uomo cattivo!»

Le mamme piangendo chiaman già tutti per nome:
«Ninetto! - Marietta! - Albertino! - Margheritina! Carletto! Dove siete?»

Ma nessuno risponde loro, e c’è già chi piangendo per la paura unisce le mani in preghiera dentro la notte scura.

«Guardate là, in cima alla strada, mi sembra si muova qualcosa!» - esclama improvviso qualcuno.
«A me sembra una luce lontana!» – esclama un papà sperando in cuor suo che la cerca non sia poi vana.

«Una luce, ma dove?»
«No, mi sembra di sentire un rumore»
«Sembra anche a me, si avvicina lo sento!»

E nel silenzio risuona un tintinnire che sembra un richiamo.

«Mi sembra un campanellino!» - esclama Michele pensoso.

«Ehi voi per di qua, accorrete! – esclama di lontano un contadino – Ma fate pianino, che i bambini dormon già tutti sul carrettino.»

Di gioia, di pianto, un coro di gente già chiama un nome soltanto:
«Crispino! Crispino! Evviva Crispino!»

Nella piazza silenziosa in fin giunge Crispino con il carrettino ricolmo di neri capelli e di riccioli d’oro. Al tinnire del suo campanellino s’infiamma contenta ogni mamma di riabbracciare il proprio bambino.

Raggiante Michele solleva lo sguardo lassù e felice nel profondo del cuore ringrazia il Signore.

«Domani - egli dice abbracciando Crispino – sarai compagno di giochi di ogni bambino.»

Ninetto, Marietta, Margheritina, Albertino, Carletto, e il buon Serafino, non dimentichi di quel giorno lontano, sono gli amici di sempre che di tanto in tanto s’incontrano ancora nella nella piazza del paese, nel ricordo di un tempo lontano, in cui come compagno di giochi c’èra un certo bambino, un asinello di nome Crispino:

«Y-yo! Y-yo! Y-yo!» - li si sente nell’aria ripetere in coro, al suono di un minuscolo campanellino.


F I N E

 

 


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