Pubblicato il 01/02/2010 12:00:00
Consumate tutte le pagine dei libri rimesse sempre a nuovo le giornate deposta la maschera degli occhi chiuso nel sogno il resto dei frammenti visti tutti i tramonti accordati altri responsi della Pizia
dove accordare il carreggio dell’antico dolore, la barca che giunge a riva e vi s’insabbia, e poi pretendere che s’innalzi al cielo il pinnacolo sfatto delle abitudini, l’impasto delle tinte, la semisfera di cobalto che ha mutato il celeste nel silenzio che sgretola la mente?
Mi raccolgo nella materia degli alberi aperto alle ferite d’arenaria, nascosto nei minuti dell’attesa, nella dimora intangibile d’una flebile linea di matita. E come una cicatrice resto quel millesimo di me dove ogni assenza è stata offerta.
(Poesia vincitrice del Premio “Rhegium Julii” 2009)
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