Pubblicato il 19/01/2013 09:23:52
«ogni giorno prendo le mie medicine l'una per aggiustare gli effetti dell'altra e tutte per guarire la vita»
lo racconti inarcando il sopracciglio, con quello sguardo un po' sorpreso di chi non sappia come si sia arrivati a questo punto soffocati dalla prudenza a contare ogni gesto, gocciolarlo piano, attenti che non smuova equilibri tanto precari quanto ineludibili fragilità pregresse
«beh, possiamo farci sopra una risata di aver visto arrivare i tempi dei pantaloni arrotolati in fondo averli visti arrivare e trascorrere senza che la domanda inespressa, la domanda --- »
ha davvero senso continuare, amor mio continuare a chiedere?
ci siamo sobbarcati questo viaggio, non era detto: una scelta come un'altra per chi non sceglie mai così adesso incrociamo i nostri sguardi liquidi tremanti sul collo come sappiamo fare solo noi
e ammettiamo di aver avuto una risposta averla avuta sempre davanti presente e adamantina
averla avuta tra le mani, noi sì per poter dimenticare lazzaro e il regno dei morti dimenticare tutto con un tocco lieve sulla fronte
sapere del gesto, sapere dell'amore : questo abbiamo conosciuto, per raccontarlo ai vivi
(*) Il canto d'amore di J. Alfred Prufrock, T. S. Eliot, 1910-1911
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