Pubblicato il 29/01/2013 07:05:54
un appuntito domandarsi su piedi lubrificati non scansa la morte ma trattiene la vita la trattiene docile in catene erba alle calcagna e labirinti sopra il prato * alberi di latta inferriate in attesa luce silenzio odore di caffelatte non rimarginano le ferite una voce di den tro tace non ha ali e non ci somiglia percorre futili giorni rasente alla nostra pelle negli incavi del cuore credo si tratti del giorno in uno spazio di autunno * pioggia sparsa di dolore e noi in pasto al mistero come cenere * un lampo negli occhi nella pelle nel sangue srotola semi di attesa confine di vento che offusca sconfitte su erranze e assenze come genesi respinta su radici di quercia dove fluisce la parola che traduce gocce fra due luci * bisbigli di corvi a sera * un andare e ritornare non sigilla occhi e viso ma riporta nello stesso luogo un chiamare per fuggire è solo scudo per occhi recidere recidere dentro anche il respiro aprirsi aprirsi verso dentro verso fuori cecità nella luce di silenzio follia nel delirio che ingerga la parola di unisono * reale e non reale tutto include * non esiste verità apre le sue chiuse apre le sue rovine di integrità in un momento ascolta il rumore di sangue che stilla oltre l’orizzonte sogni ombre voli di occhi svanire nel gelo vuoto cigola sui cardini del Nulla sorsate di sabbia gridi di gabbiani al tramonto sul fianco di un colle sopra ogni mutamento salpano col moto alterno delle onde ticchettio tregue brandelli di giorno su pelli strappate al mondo risuonano nell’incavo della mano come di perdita futuro sparso * non c’è sollievo ci curva un peso di tempeste vivere sul ciglio della strada ci silenzia una mancanza di luce eppure il cielo imperla tutti i mari ma non sfiora voli qui dentro non schiude corpi la fuori solo pezzi di memoria solo parole deformate inganno di vocali forse per non soffrire mai solo sguardi di avversità per timore di uccidere epifanie in dissolvenza un cigolio ci incatena le tempie * non parlo di ieri o di domani * un lampo negli occhi nella pelle nel sangue ad ogni passo nasco per una foce che non esiste ferita attraverso l’ombra di una condanna a tratti parole si frangono in silenzi fino a vene profonde e mai così nude la verità si sperde dentro i tuoi occhi sguardo di sale volto di pietra scavato nel buio di terra straniera * alle soglie dell’autunno * si inseguono ombre azzurre e un po’ di sera come sogno errante di sparviero affila questo mio tempo di meridiane scalfite assenza compressa volto di pietra sangue che stilla un’attesa silenzio che diviene acqua come marea nuda la pioggia molteplice si arrende alla sabbia ‘* brucia tristezze un incenso effimero e non lascia tracce di ore di giorni annodate al respiro di cenere muta detriti solo detriti di occhi assenti asserragliati e non presenti ti rinnego e trafiggo parole ma le proteggo con tanto fiato in gola nel silenzio che mantiene in ginocchio le parole accecando stupori e redenzioni * intanto tu distorci le palpebre al cielo in cambio di una gola arida chnon esiste verità apre le sue chiuse apre le sue rovine di integrità in un momento ascolto il rumore del tuo sangue che stilla oltre l’orizzonte sogni ombre voli nei tuoi occhi svanisco nel gelo vuoto cigola sui cardini del Nulla lancia strali e silenzi di pietra derubi la luna per un demone a cui non sfuggirai * aguzzino di te stesso e non poeta * pelle e verbo dentro una luna d’amaranto trasportano più in fondo oltre la morte me pazza balbuziente e straniera belva selvatica senza superbia acqua fuoco terra simile alla mia terra e non sono se non l’altro Maria Allo
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