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La psiche di Gheddafi

Argomento: Società

Articolo di Attilio Bolzoni (www.repubblica.it) 

Proposta di Roberto Maggiani »

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Pubblicato il 22/02/2011 23:45:39

[Tratto da www.repubblica.it]

Nervi fragili e "praticamente folle"
Gli inglesi e la psiche di Gheddafi


Fin dalla sua ascesa al potere, con il colpo di Stato del 1969, il "rais" di Tripoli è stato studiato dai servizi segreti di mezzo mondo. Dalle carte dei National Archives di Kew Gardens esce il  ritratto di una persona seriamente disturbata di mente

di ATTILIO BOLZONI

Questo articolo di Attilio Bolzoni, basato sulle ricerche di Mario J. Cereghino nei National Archives inglesi, è uscito su Repubblica il 25 gennaio 2009. Riguarda la preoccupazione di Londra sulla salute mentale di Gheddafi.

Per anni si sono chiesti se fosse pazzo. Tutti a indagare sulla sua psiche, le sue sfuriate improvvise, paranoie e malinconie. Alla salute mentale del rais di Tripoli, le spie di Sua Maestà dedicano summit e una valanga di rapporti segreti. Il colpo di Stato del primo settembre 1969 li coglie di sorpresa; non riescono a capire chi sia veramente lui, il colonnello Muammar Gheddafi, il nuovo leader libico; le informazioni sicure sono scarse: non ha ancora trent'anni, viene dalle sabbie della Sirte, il suo idolo è il presidente egiziano Nasser. Dagli scaffali dei National Archives di Kew Gardens - a pochi chilometri da Londra - riaffiorano le schede e le informative del Foreign and Commonwealth Office su uno dei personaggi più controversi del Ventesimo secolo. Sono dossier "secret" e "confidential", molti dei quali resi pubblici fra il 2002 e il 2007.

La figura misteriosa a capo del Consiglio Rivoluzionario della Libia è ossessivamente controllata dalle legazioni britanniche sparse fra Rabat e Bagdad, studiata, analizzata, sviscerata in ogni dettaglio. Tutte le notizie che gli inglesi raccolgono fra l'autunno del '69 e la primavera del '72 riflettono un'ansia crescente per la "follia" di Gheddafi, data per certa da innumerevoli fonti. Le carte parlano di ricoveri

in clinica. Di frequenti crisi di nervi. Anche di un tentativo di suicidio. Qualcuno al Foreign Office azzarda persino previsioni sul futuro dell'enigmatico colonnello e arriva a pronosticarne l'imminente fine politica.

Il primo documento che riporta il suo nome è un telegramma (fascicolo Fco 39/386), spedito da Bengasi il 10 settembre 1969. Lo firma Wakefield, un diplomatico di carriera: "C'è da augurarsi che l'attuale ondata di adulazione nei suoi confronti non gli dia alla testa". Ma è solo il 19 settembre che un funzionario del Foreign Office, D. J. Speares, invia all'ambasciata inglese di Teheran alcuni dati sulla sua identità: "è nato nel '42 nella Sirte, si è laureato in storia nel '63, è uscito dall'accademia militare nel '65 e ha frequentato un corso di addestramento militare in Inghilterra nell'estate '66".

Nei giorni successivi le informazioni si incrociano freneticamente. Tutti vogliono saperne di più sul giovane ufficiale che nei decenni a venire diventerà il nemico numero uno dell'Occidente. Scrive a Londra l'11 settembre (Fco 39/380) P. J. Popplewell dell'ambasciata al Cairo: "è molto religioso, un ufficiale brillante, sempre di buon umore, coscienzioso e gran lavoratore. E' un appassionato di calcio e di buone letture".

Una nuova scheda "sulla personalità del colonnello Gheddafi" viene trasmessa l'8 ottobre '70 da Tripoli a Londra. è un documento (Fco 39/614) redatto da D. A. Gore-Booth e desecretato nel 2001. Comincia così: "Si sa poco del suo passato, si dice che suo padre sia un nomade che possiede alcuni cammelli nel deserto della Sirte. Corre voce che Gheddafi sia stato uno studente difficile a Seba, e che l'abbiano anche espulso dalla scuola secondaria di quella città. Ha grandi qualità come leader e durante il corso di addestramento militare in Inghilterra è stato descritto dal suo comandante come "un elemento prezioso per l'esercito libico"". Il diplomatico scava nella sua personalità: "Sebbene sia di bell'aspetto e abbia un bel sorriso, non ha niente dell'abilità del politico naturale. Di fronte alla folla ha difficoltà a cambiare tono, tende ad essere ripetitivo nei discorsi pubblici, la sua eloquenza ricorda la raffica di una mitragliatrice. Il suo fisico tradisce la malnutrizione sofferta in gioventù e la sua appassionata sincerità può sfiorare il fanatismo".

Dall'ambasciata britannica di Tripoli cominciano ad avanzare i primi sospetti per le sue intolleranze e collere: "è scarsamente ricettivo alle critiche...". è un report da Kuwait City (Fco 39/622) che mette sul chi va là gli inglesi: "I kuwaitiani diffidano di Gheddafi. Il capo delle forze armate ha affermato che è pazzo: basta guardarlo negli occhi". Da quel momento è un susseguirsi di notizie sullo stato psichico del rais. Dispacci come quello del 10 dicembre '70, firmato da Michael Hannam dell'ambasciata inglese a Tripoli: "Nel presentarsi agli arabi come il nuovo messia, Gheddafi sfiora la follia. Il suo allontanamento dalla scena araba e libica non può essere lontano". Note come quella del 21 gennaio '71 firmata da J. P. Tripp: "Vi abbiamo già comunicato un anno fa che l'equilibrio mentale di Gheddafi era sospetto. Ora ha avuto un nuovo collasso, in seguito al quale è rimasto fuori combattimento per quattro giorni. Riteniamo che non si sia ripreso del tutto e che rischi un crollo totale". Informative come quella del 27 gennaio '71 (Fco 39/802) di M. I. Goulding dell'ambasciata al Cairo: "Ho parlato con Muhammad Ahmad Muhammad, ex segretario privato del presidente egiziano Nasser. Mi ha detto che l'irritabilità e l'eccitabilità di Gheddafi sono probabilmente dovute a un'allergia. Muhammad non ha specificato i sintomi, ma ha aggiunto che il colonnello sembra soffrire di allergia verso certi fiori. Al Cairo si è sottoposto ad alcuni test".

Il 17 marzo '71 un altro diplomatico britannico di stanza nella capitale egiziana, Beaumont, invia a Londra una notizia clamorosa. Scrive: "Secondo un rapporto ricevuto da un mio collega belga, Gheddafi è attualmente internato in una clinica privata per malattie mentali nei dintorni del Cairo". Ma dopo qualche giorno il colonnello riappare, scompare ancora, passa un mese e ritorna un'altra volta in mezzo alla folla. Gli agenti inglesi sono disorientati. Il 27 settembre '71, alle 14, Michael Hannam da Tripoli informa Londra che Gheddafi "sarebbe rimasto ferito in un incidente automobilistico il 18 settembre". E pochi minuti dopo spedisce un altro messaggio: "Non è ancora apparso in pubblico. E le dichiarazioni del ministro dell'Informazione Buasir non sono riuscite a dissipare le voci secondo le quali Gheddafi avrebbe sofferto un collasso nervoso e che addirittura potrebbe essersi dimesso". Due giorni dopo comunica: "A Tripoli continuano a circolare voci su di lui. Secondo i tedeschi sarebbe stato visto ieri alla guida della sua automobile, i diplomatici di New Delhi dicono invece che avrebbe tentato il suicidio. In ogni caso nessuno l'ha più visto di recente in pubblico".

Alle 8,50 del 2 ottobre '71 Beaumont, dal Cairo, racconta a Londra le notizie che circolano negli ambienti governativi egiziani: "Gheddafi sarebbe rimasto molto scosso dall'incidente automobilistico accaduto il 18 settembre scorso, durante il quale cinque uomini del suo entourage sarebbero rimasti uccisi e otto feriti. Tutto ciò davanti ai suoi occhi. L'episodio avrebbe scatenato uno dei suoi periodici attacchi di nervi". Ma il 4 ottobre informa il Foreign Office che "Gheddafi è appena arrivato al Cairo e sembra in buona salute". è già il 7 ottobre quando - ancora Beaumont - scrive a Londra: "Si è fatto visitare all'ospedale militare del Cairo per la sua sinusite". Nelle veline ritrovate a Kew Gardens c'è il resoconto di un pedinamento quotidiano. Il colonnello torna nella sua Tripoli e tre settimane dopo, il 28 ottobre, riceve all'aeroporto il nuovo presidente egiziano Sadat. Gli inglesi lo osservano da vicino e commentano: "Cammina come un sonnambulo".

Una notizia che rende il clima ancora più teso arriva da Parigi il 19 novembre. è il diplomatico J. N. Spreckley che rivela al Foreign Office: "Ho visto De Warren, mi ha riferito che sembra esserci stato un nuovo tentativo per uccidere Gheddafi: sarebbe stata trovata una bomba a bordo del suo aereo di ritorno dal Cairo... fortunatamente per lui la bomba ha fatto cilecca". E aggiunge: "Sembra che sia più nervoso del solito. I francesi sono convinti che dopo il probabile attentato in cui sono morti diversi membri della sua scorta, Gheddafi abbia avuto l'ennesimo collasso nervoso e che sia stato sottoposto a trattamento medico per tre settimane". Alla fine del 1971 gli inglesi aggiornano la "scheda personale" del rais. Il fascicolo è catalogato Fco 39/805: "è spaventosamente magro, con delle cicatrici permanenti sulla fronte e attorno al collo. In pubblico sorride frequentemente, ma quando è stanco o sotto pressione irrigidisce spalle e braccia".

Il dossier sul leader libico sarà arricchito di nuovi particolari sulla sua "sanità mentale" per tutti gli anni Settanta. Il 22 giugno '72 l'ambasciata di Tripoli comunica: "Vi è una sorta di logica folle in tutto ciò che dice e fa. Ma, naturalmente, la sua logica non è la nostra". Il 29 gennaio '76, alla vigilia della proclamazione della "Grande Jamahiriya araba di Libia popolare e socialista", G. H. Boyce scrive (fascicolo Fco 93/828) da Tripoli al Foreign Office: "Spesso Gheddafi assomiglia più a Mussolini che a Nasser".



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