Testi tratti da "Il desiderio e la Rosa" di Manuel Vàzquez Montalbàn - edit. Frassinelli 2007.
Hippy-blues
No, no han nacido para engrasar
las tuercas del detonador
prefieren bailar
sobre las flores de loto de Hiroshima
y Ngasaki o entre los jaramagos
que hermosean la estela de Palas Atenea
en el Partenòn
el soul, qué bello el soul.
bailar el soul
es un primor
y si la tierra es dura
calzàran chinelas de aluminio y haràn
el amor sobre asientos traseros de coches
desguazados
en los comenterios de la prosperidad
se les ve bailar junto al mar - dice el soul -
que nadie ha llorado - dice el soul -
se le ves bailar desde el aterdecer hasta la muerte
y agitar las cadenas de viejas bicicletas
contra la sombra immensa del pàjaro metàlico
porque cualquier paisaje para una despedida
pero sòlo el soul
para despedir las cosmonaves en las recepciones
de futuros clientes del Pentàgono, nuncios chinos
acompanados de asesores generales en Cultos
y Sepulturas, tàcticos supuestos de muertes
presupuestas
ellos, oh ellos!
con pantalones
tejanos asexuados y sonrisas geométricas
de alegrìa neutra, no, no han nacido para engrasar
las tuercas del detonador
y en los cuadrados cìrculos
de la noche y del dìa, en los ocho cìrculos
que tiene la seimana,
el octavo nadie, nadie
lo ha encontrado entre las ruinas de la casa
con rosaledas bordes y surtidores oxidados
- antepasados
que cultivaron heveas en Malasia o murieron
en las barricadas: Lancashire, Lyon, Bonaplata
o La Comune
por eso preferieren hacer el amor
no la guerra y con los anos no haràn la guierra
ni el amor.
No, non sono nati per oliare / i dadi del detonatore / preferiscono ballare /sui fiori di loto di Hiroshima / e Nagasaki o tra i tarassachi / che abbelliscono la scia di Pallade Atena / nel Partenone / il soul, che bello il soul, / ballare il soul / è un incanto / e se la terra è dura / calzeranno babbucce di alluminio e faranno / l'amore su sedili posteriori di auto / sfasciate / nei cimiteri della prosperità / li si vede ballare in riva al mare / - dice il soul - / che nessuno ha pianto - dice il soul - /li si vede ballare al tramonto fino alla morte / e agitare le catene di vecchie biciclette /contro l'ombra immensa dell'uccello metallico / perché qualsiasi melodia è utile al ricordo / qualsiasi paesaggio a un congedo / ma solo il soul / per congedare le cosmonavi ai ricevimenti / di futuri clienti del Pentagono, nunzi cinesi / accompagnati da consulenti generali dei Culti / e Sepolture, supposti tatttici di morti / presunte/ loro, oh loro! / con i jeans / asessuati e i sorrisi geometrici / d'allegria neutra, no, non sono nati per oliare / i dadi del detonatore / e nei cerchi quadrati / della notte e del giorno, negli otto cerchi / che ha la settimana, / l'ottavo nessuno, nessuno / lo ha trovato tra le rovine della casa / con rosai inselvatichiti e fontane con la ruggine / - antenati / che coltivarono hevee in Malesia, o morirono / sulle barricate: Lancashire, Lione, Bonaplata / o La Comune / per questo preferiscono fare l'amore / non la guerra e con gli anni non faranno la guerra / né l'amore.
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