:: Pagina iniziale | Autenticati | Registrati | Tutti gli autori | Biografie | Ricerca | Altri siti ::  :: Chi siamo | Contatti ::
:: Poesia | Aforismi | Prosa/Narrativa | Pensieri | Articoli | Saggi | Eventi | Autori proposti | 4 mani  ::
:: Poesia della settimana | Recensioni | Interviste | Libri liberi [eBook] | I libri vagabondi [book crossing] ::  :: Commenti dei lettori ::
 

Ogni lettore, quando legge, legge se stesso. L'opera dello scrittore è soltanto una specie di strumento ottico che egli offre al lettore per permettergli di discernere quello che, senza libro, non avrebbe forse visto in se stesso. (da "Il tempo ritrovato" - Marcel Proust)

Sei nella sezione Articoli
gli ultimi 15 titoli pubblicati in questa sezione
gestisci le tue pubblicazioni »

Pagina aperta 359 volte, esclusa la tua visita
Ultima visita il Sun Apr 14 15:31:07 UTC+0200 2024
Moderatore »
se ti autentichi puoi inserire un segnalibro in questa pagina

Cineuropa a Locarno - intervista a Fabrice du Welz

Argomento: Cinema

di Giorgio Mancinelli
[ biografia | pagina personale | scrivi all'autore ]


[ Raccogli tutti gli articoli dell'autore in una sola pagina ]

« indietro | stampa | invia ad un amico »
# 0 commenti: Leggi | Commenta » | commenta con il testo a fronte »




Pubblicato il 17/08/2019 18:14:51

CINEUROPA NEWS : LOCARNO 2019 Piazza Grande

Fabrice du Welz • Regista di Adoration: "Sono un regista istintivo. Lavoro rozzamente, sul momento”.

Intervista di Aurore Engelen.
16/08/2019 - Cineuropa ha incontrato Fabrice du Welz in occasione della prima internazionale del suo nuovo film, Adoration, nella Piazza Grande di Locarno
Adoration, che chiude la trilogia di Fabrice du Welz dopo Calvaire e Alleluia, questa volta è ambientato nelle Ardenne ed enfatizza l’amore dissennato di un giovanotto semplice e innocente per una giovane ragazza psicotica. Il regista belga segue la fuga folle di Paul e Gloria, diventati inseparabili. Lo abbiamo incontrato in occasione della prima internazionale nella Piazza Grande del Locarno Film Festival.

Cineuropa : Il tuo giovane eroe, Paul, vive intensamente e in maniera assoluta una storia d’amore che sembra sfuggire al suo raziocinio.

Fabrice du Welz : L’idea era di approcciare questa storia nella maniera più semplice e viscerale possibile. Sono giovani ragazzi che devono affrontare emozioni troppo grandi per loro, e vi si perdono. Durante l’adolescenza le storie d’amore ci annientano, la sensazione di essere innamorati è totale. Ho voluto trattare l’amore come un risveglio spirituale che tende al misticismo.

Detesto il realismo nel cinema, nonostante io ami l’iperrealismo. Ciò che sto cercando è una sorta di astrazione, in tutto. Cerco di spingere i codici del film drammatico verso qualcosa che è tanto astratto quanto fisico.
Ma allo stesso tempo è un film in cui mi sono messo a nudo molto più di quanto faccia di solito. Di norma mi nascondo un po’ dietro il grottesco e a scene sanguinolente. Qui c’è stato un reale desiderio di purificazione. Il film si affida interamente a questo ragazzo, tutto è visto da una prospettiva in prima persona, con lo sguardo di un essere gentile e innocente. Qualcuno che è profondamente buono.

Con Paul è la prima volta che si trova un soggetto così gentile al centro della tua storia. L’accesso alle emozioni è una cosa che ho ricercato per tanto tempo. Ho sentito che era il momento di provare qualcosa di nuovo, di superare la mia timidezza. I grandi registi che amo, da Bergman ad Almodóvar, sono quelli che non esitano a fare uso della propria intimità, delle proprie emozioni private, per farne dei film. Lo trovo ammirevole, ma allo stesso tempo mi spaventa. In un certo senso mi trovo a un incrocio con questo film. Ho bisogno di misurare me stesso con qualcosa di più semplice, e di mettermi a rischio.

Mentre il film si sviluppa avviene una sorta di rovesciamento: i due adolescenti sono sempre meno reali?

I miei film trattano sempre di frontiere. Andiamo da un ciclo a un altro, è più difficile orientarci, le cose diventano quasi spettrali. Ciò che mi interessava era farle evolvere in un paradiso, poi in un purgatorio e poi in uno spazio infernale, sino a una specie di liberazione che è soggetta all’interpretazione di ogni spettatore.
Hai un approccio molto strutturato durante le riprese. Giri a 360 gradi, quanto più vicino possibile ai corpi degli attori, a cui dai molte indicazioni durante ogni ripresa.
Lavoro come un artista visivo. Abbiamo inquadrato il film e utilizzato molto lo zoom. Non riesco a non vivere le sequenze, ho bisogno di essere un attore. Sono proprio lì con gli attori, e lavoro insieme a loro. Bè, a volte mi agito davvero troppo, forse mi manca un po’ di distanza! Ammiro i registi cerebrali che sanno visualizzare l’organizzazione di tutto. Ma io son un regista istintivo. Lavoro rozzamente, sul momento. Ho bisogno di rimpastare il materiale, il discorso con i miei attori, di dargli una spinta qua e là, di vivere qualcosa con loro.

La colonna sonora e la direzione artistica del film hanno particolarmente risalto all’inizio dei titoli di coda. Perché?

Il nostro intento con Adoration era quello di realizzare un film che sarebbe ritornato al realismo poetico degli anni ‘30 e ‘50 del secolo scorso, quando il cinema francese produceva grandi film di genere: Cocteau, Carné, Franju, Melville…
Oggi questo è un genere completamente scomparso in Francia. Il cinema di genere attualmente è legato al cinema americano, al cinema di sfruttamento degli anni ‘70. E ci siamo dimenticati che, negli anni ‘50, in Francia c’era un genere florido: il realismo poetico. Persino a casa, in Belgio, prima dei fratelli Dardenne, c’era André Delvaux. Abbiamo voluto fare un film che si sbarazzasse della patina americana di genere, e che non avesse paura di finire nella poesia. A tale scopo, avevamo bisogno di collaboratori che andassero in quella direzione. Sul set, il trio tra la messa in scena, gli scenari e la direzione fotografica era forte.

Io sono ossessionato dalle cose che risplendono, che hanno consistenza. A volte mi sconvolge vedere il cinema che guardano i nostri figli. Forse sono io che sto diventando un vecchio imbranato, ma è tutto patinato, freddo. Credo che gli scenari abbiano un’anima. E che quest’anima si mostri, in un modo o nell’altro, nel film. Tutto ciò deve essere orchestrato visivamente, e nella musica. Specialmente in questo caso, dato che ci occupiamo delle scintille dell’amore. Il cinema è un’arte profondamente sensuale, c’è la bellezza delle ambientazioni, delle emozioni, della natura.

Quali sono i tuoi prossimi progetti?
In autunno girerò il mio nuovo film Inexorable. Sarà caratterizzato da un’unità di tempo, spazio e azione. Tutto si svolge nella stessa casa. È la storia di una coppia, uno scrittore senza successo e una donna che si prende cura di ogni cosa per lui e che ne è perdutamente innamorata. Un giorno, una donna di 20 anni, fastidiosa e turbolenta, farà tutto ciò che può per entrare nella casa. L’idea è di fare un thriller, più cerebrale, ma che possa solo essere uno studio del personaggio.
Sinossi:
Il dodicenne Paul vive con sua madre nell’istituto dove lei lavora come infermiera. Quando incontra Gloria, decide di fuggire con lei...

titolo originale: Adoration
paese: Belgio, Francia

rivenditore estero: Memento Films International
anno: 2019
genere: fiction
regia: Fabrice du Welz
durata: 98'
sceneggiatura: Fabrice du Welz, Vincent Tavier, Romain Protat

cast: Thomas Gioria, Fantine Harduin, Benoît Poelvoorde, Laurent Lucas
fotografia: Manu Dacosse
montaggio: Anne-Laure Guégan
scenografia: Manu Demeulemeester
costumi: Florence Scholtes, Christophe Pidré
musica: Vincent Cahay
produttore: Manuel Chiche, Violaine Barbaroux, Vincent Tavier
produzione: Panique, The Jokers, Savage Film
supporto: Centre du Cinéma et de l’audiovisuel de la Fédération Wallonie-Bruxelles (BE), Eurimages
distributori: Imagine, The Jokers, Adok Films



« indietro | stampa | invia ad un amico »
# 0 commenti: Leggi | Commenta » | commenta con il testo a fronte »

I testi, le immagini o i video pubblicati in questa pagina, laddove non facciano parte dei contenuti o del layout grafico gestiti direttamente da LaRecherche.it, sono da considerarsi pubblicati direttamente dall'autore Giorgio Mancinelli, dunque senza un filtro diretto della Redazione, che comunque esercita un controllo, ma qualcosa può sfuggire, pertanto, qualora si ravvisassero attribuzioni non corrette di Opere o violazioni del diritto d'autore si invita a contattare direttamente la Redazione a questa e-mail: redazione@larecherche.it, indicando chiaramente la questione e riportando il collegamento a questa medesima pagina. Si ringrazia per la collaborazione.

 

Di seguito trovi le ultime pubblicazioni dell'autore in questa sezione (max 10)
[se vuoi leggere di più vai alla pagina personale dell'autore »]

Giorgio Mancinelli, nella sezione Articolo, ha pubblicato anche:

:: [ Cinema ] Lab Femmes de Cinéma - nuovo rapporto sulle donne registe (Pubblicato il 15/04/2024 10:28:03 - visite: 44) »

:: [ Cinema ] Fabbricante di lacrime un film di Alessandro Genovesi (Pubblicato il 13/04/2024 16:42:31 - visite: 56) »

:: [ Cinema ] Cineuropa torna su Instagram - Tutto Cannes (Pubblicato il 07/04/2024 04:44:57 - visite: 88) »

:: [ Cinema ] Cinema - con Cineuropa News (Pubblicato il 22/03/2024 05:59:43 - visite: 98) »

:: [ Libri ] Marzia Latino – La mia vita in ’ferrari’ , RiseandPress 2024 (Pubblicato il 07/03/2024 08:50:22 - visite: 172) »

:: [ Cinema ] Cineuropa - Berlinale Festival (Pubblicato il 28/02/2024 17:33:29 - visite: 75) »

:: [ Esoterismo ] Lezioni di Tenebra - Il laro oscuro (Pubblicato il 28/02/2024 17:15:51 - visite: 142) »

:: [ Cinema ] Cineuropa News - Festival Premi (Pubblicato il 18/02/2024 17:04:32 - visite: 98) »

:: [ Sociologia ] L’Altro come scelta - Parte prima. (Pubblicato il 04/01/2024 17:17:38 - visite: 174) »

:: [ Letteratura ] ‘L’Arte e la Morte’, libro di Antonin Artaud, L’Orma Editore (Pubblicato il 31/12/2023 18:56:19 - visite: 133) »