Pubblicato il 09/12/2019 15:50:21
Al seguito di uno scambio di opinioni con un sacerdote delle mie zone ho approfondito e rilevo che in tutti i libri sacri delle religioni monoteiste sono trascritti avvenimenti fondati su rivelazioni o miracoli; acquisiti per divine o misteriose virtù nel meravigliato stupore dell’impossibile, dell’ignoto. Dal monoteismo semitico/ebraico al monoteismo cristiano/europeo, Maometto nella sūra del Corano Gesù di Nazareth nei vangeli del Nuovo Testamento ascende, in vita o in morte, al cielo. Sara, moglie del patriarca Abramo partorisce in età infertile; le vergini sono o potranno essere partorienti. I morti risorgono e i malati guariscono; le voci, senza labbra, si fanno ascoltare; luci e astri divampano; le spade, concesse dal dio, sono vittoriose contro i nemici. Gli psichiatri gli definirebbero stati deliranti; in ostetricia, fecondazioni assistite; in clinica medica, malattie psico-somatiche; in biofisica, alterazioni da irradiazione di particelle; in genetica, catene riproduttive di staminali; in meteorologia, luci globulari. Rimango affascinato quando m’imbatto per la prima volta nella lettura del Zoroastrismo che è stata in passato la religione più diffusa dell'Asia nel momento in cui Zoroastro lascia il suo seme nel lago Kansaova a Saveh oggi una cittadina a sud ovest dell’attuale Teheran, dove una vergine (il caso) si bagnerà, rimanendo incinta dando alla luce il salvatore. Io mi sono limitato a fare delle considerazioni, forse inopportune per una moltitudine. Un’affermazione da parte mia e di chi la condividerà: la poesia è la sintesi naturale della narrazione perché va oltre la logica come ogni forma di religiosità assoluta, che io credo sia indeterminabile nel suo probabilismo.
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