:: Pagina iniziale | Autenticati | Registrati | Tutti gli autori | Biografie | Ricerca | Altri siti ::  :: Chi siamo | Contatti ::
:: Poesia | Aforismi | Prosa/Narrativa | Pensieri | Articoli | Saggi | Eventi | Autori proposti | 4 mani  ::
:: Poesia della settimana | Recensioni | Interviste | Libri liberi [eBook] | I libri vagabondi [book crossing] ::  :: Commenti dei lettori ::
 

Ogni lettore, quando legge, legge se stesso. L'opera dello scrittore è soltanto una specie di strumento ottico che egli offre al lettore per permettergli di discernere quello che, senza libro, non avrebbe forse visto in se stesso. (da "Il tempo ritrovato" - Marcel Proust)

Sei nella sezione Articoli
gli ultimi 15 titoli pubblicati in questa sezione
gestisci le tue pubblicazioni »

Pagina aperta 431 volte, esclusa la tua visita
Ultima visita il Fri Apr 19 10:38:40 UTC+0200 2024
Moderatore »
se ti autentichi puoi inserire un segnalibro in questa pagina

Come smontare l’interlocutore inutile.

Argomento: Società

di AvvocatoD’Aiuto
[ biografia | pagina personale | scrivi all'autore ]


[ Raccogli tutti gli articoli dell'autore in una sola pagina ]

« indietro | stampa | invia ad un amico »
# 0 commenti: Leggi | Commenta » | commenta con il testo a fronte »




Pubblicato il 21/05/2020 15:45:52

COME SMONTARE L’INTERLOCUTORE INUTILE (O GIUDICANTE IMPLICITO) – ventun maggio ventiventi. Di Pasquale D’Aiuto. Avvocato L’insigne chirurgo Dr. Omissis, che operava presso un rinomato nosocomio napoletano – si era nel 1976 – aveva appena terminato un intervento sulla madre di un amico di famiglia. Uscendo dalla sala operatoria, stava recandosi dai parenti in amorosa attesa quando venne fermato da una persona che esordì così: “Dottore, volevo farle i complimenti per il lavoro svolto”. Non ebbe modo di aggiungere altro. Quel professore, dimenticando, solo per un attimo, i consueti modi cortesi ed il tono di voce flautato e rassicurante, sbottò qualcosa del genere: “Come si permette di complimentarsi? Quale titolo di studio a carattere sanitario possiede per essere in grado di valutare il mio lavoro?”. Ciò detto, si licenziò dall’interlocutore e, giunto dai parenti di cui sopra (testimoni ancor nitidamente memori), rientrato immediatamente nel proprio habitus, spiegò brevemente: “L’intervento è andato bene. La paziente potrebbe subire degli abbassamenti di voce”. Indi, andò via. Perché raccontare questo episodio – grazie, Franca! – a Voi? Perché è rappresentativo, seppure dal punto di vista esattamente contrario ed in modo piuttosto parossistico, di quel che è diventato il mondo, in cui tutti si credono in grado di commentare o giudicare qualunque persona o cosa. In cui, per dirla come piace a noi del Sud, ‘a gente nun se ammisura ‘a palla. Ma perché? Dove stava il giudizio nell’approccio di quel tizio? In questo: il malcapitato quivis de populo, il quale voleva essere soltanto gentile e non meritava certo una risposta del genere, presumibilmente intendeva dire “Grazie!” ma, ahilui, commise un imperdonabile errore ostativo: rivolgere i “complimenti” ad un medico di chiara fama che aveva svolto il proprio prezioso lavoro. Ora, il fatto è che, per farla breve, il complimento è pur sempre un giudizio. Positivo, certo; ma quello è: un giudizio. Il che implica capacità, competenza, superiorità di chi lo emette. Se ne ha il diritto? Se ne posseggono i titoli? Spesso, no. Il tizio tapino, certamente, no. Questo intendeva il chirurgo: di’ grazie e pooooooi, magari, complimentati pure! La storiella del medico un po’ collerico mi ha indotto a ricordare un episodio cui ho assistito. Una decina di anni fa, un professionista di spessore era tra i relatori di un evento pubblico. Al termine del suo intervento prese la parola una collega, che pensò bene di meritarsi la ribalta con un’osservazione piuttosto ovvia e pure ripetitiva. Ebbene, il Nostro ascoltò pazientemente; poi, sorrise e replicò con una sola parola: “Brava!”. Sulle prime, non compresi che c’era del metodo in tale reazione ma poi (e qui, devo ringraziare Bianca), lo intesi: non aveva fatto altro che impiegare la versione sobria, acutissima e beffarda della reazione fondamentalistica del nostro Dr. Omissis. Credo che il concetto alla base sia, più o meno, questo: “Perché mai io, dopo decenni di studio e di onorato lavoro, dovrei patire, e pure in pubblico!, la replica pleonastica (o, peggio, la critica) di un profano oppure la chiosa scolastica e sterile del collega, e dunque un giudizio? Come posso smontarlo ed evitare sterili chiacchiere? Lo giudico anche io! E come lo giudico? Con un “Bravo!”. In effetti, l’esclamazione tranchant ottiene l’effetto di disorientare l’altro, che definiremo L’Interlocutore Inutile (o Imbecille) od anche Il Giudicante Implicito. “Sfotte? È serio? È tutto qui?”, penserà. Nel frattempo, però, la ribalta ha coperto le luci, il proscenio è divenuto buio e ciao. Certo, il caso del Prof. Omissis rappresenta l’iperbole. Ma serve a comprendere a cosa dovremmo mirare: al rispetto delle competenze altrui, alla cognizione dei nostri limiti e, quindi, alla volontà di apprendere per accrescerci e comunicare credibilmente. Sopra ogni cosa, all’adozione di un codice verbale che si ispiri a tali principi. Perché le parole sono importanti. Nessuno di noi è esente, però, dal vizio dell’osservazione imbecille e dal giudizio implicito, questo è il problema. Possiamo provare a contenerci ma quest’epoca di social media non aiuta. Un certo Umberto Eco, nel giugno 2015 a Torino, all’atto di ricevere la laurea honoris causa in «Comunicazione e Cultura dei media», fu geniale: “I social media danno diritto di parola a legioni di imbecilli che prima parlavano solo al bar dopo un bicchiere di vino, senza danneggiare la collettività. Venivano subito messi a tacere, mentre ora hanno lo stesso diritto di parola di un Premio Nobel. È l’invasione degli imbecilli”. Sipario.


« indietro | stampa | invia ad un amico »
# 0 commenti: Leggi | Commenta » | commenta con il testo a fronte »

I testi, le immagini o i video pubblicati in questa pagina, laddove non facciano parte dei contenuti o del layout grafico gestiti direttamente da LaRecherche.it, sono da considerarsi pubblicati direttamente dall'autore AvvocatoD’Aiuto, dunque senza un filtro diretto della Redazione, che comunque esercita un controllo, ma qualcosa può sfuggire, pertanto, qualora si ravvisassero attribuzioni non corrette di Opere o violazioni del diritto d'autore si invita a contattare direttamente la Redazione a questa e-mail: redazione@larecherche.it, indicando chiaramente la questione e riportando il collegamento a questa medesima pagina. Si ringrazia per la collaborazione.

 

Di seguito trovi le ultime pubblicazioni dell'autore in questa sezione (max 10)
[se vuoi leggere di più vai alla pagina personale dell'autore »]

AvvocatoD’Aiuto, nella sezione Articolo, ha pubblicato anche:

:: [ Società ] Ma, una volta non c’era il sesso?! (Pubblicato il 21/10/2023 11:26:26 - visite: 123) »

:: [ Società ] Quelle stupide incisioni sul Colosseo. Di duemila anni fa (Pubblicato il 17/07/2023 21:14:12 - visite: 174) »

:: [ Società ] Buon primo maggio (Pubblicato il 01/05/2022 12:36:08 - visite: 321) »

:: [ Società ] La guerra, le cameriere, le badanti ed un paio di brutte per (Pubblicato il 26/02/2022 20:49:30 - visite: 210) »

:: [ Arte ] La memoria, Segrè e Benigni (Pubblicato il 29/01/2022 18:49:00 - visite: 263) »

:: [ Letteratura ] Quei post a infanti, conviventi e defunti (Pubblicato il 18/12/2021 13:29:46 - visite: 198) »

:: [ Società ] Le cose restano, noi ce ne andiamo. (Pubblicato il 07/11/2021 20:54:36 - visite: 395) »

:: [ Società ] Sono maschilista. Ma con giudizio. (Pubblicato il 27/10/2021 00:39:30 - visite: 250) »

:: [ Società ] La Palombelli ha toppato, evviva la Palombelli (Pubblicato il 18/09/2021 18:06:56 - visite: 614) »

:: [ Società ] La storia del pulcino rosso e del pulcino blu. (Pubblicato il 13/09/2021 13:57:37 - visite: 784) »