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Con gli occhi d’acqua

di Amina Narimi
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Pubblicato il 18/07/2014 21:10:50

 

Non c’è altro che luca nel cielo

come il suo nome per terra..

In mezzo ci siamo  noialtre

e giovani piedi le orecchie / un velo del corpo

in un luogo che sembra fermarsi

                                            a una cena segreta,

e come in un altra lingua pregare

lo spazio di gioia nella risata

senza alfabeto, che lo innalzi protetto

per farlo addormentare almeno l'erba,

dove piega i lembi della veste

quasi con le palpebre

nei pozzi intraducibili di chi muore

 

a kurskaya kosà. si racconta

della foresta che danza

lungo le piste di sogni, e di un albero

come un violino, il dentro di un uomo

che viene che va tra gli anelli e ogni volta

aggiunge alla vita un anno di vita

cantando all’indietro, fin dentro il sorriso

liberando il singhiozzo dalla paura

delle sere senza latte sui balcani

di quando ti lavavi, con la paglia

e il fiume, alla conca dei rumori,

era la tua vasca del passato. La ricchezza

ha un luogo in una ciotola, l' orecchio

delle uccelle che siamo diventate

nella somma di ciò che tace,

scorrendo il sangue forte, dentro il fiato

 

alla conca dei rumori,

nella più piccola dell’appennino di sasso,

può tornare la durata di ogni voce

e nessuna mente, illuminata e più minuta,

tra il silenzio e l’ombra che attraversa

davanti e intorno a sé, senza ossessione,

a un passo dai confini ancora canta

per offrire sulla lingua il taglio della luce

sotto i piedi, nella fessura più divina che si mostra,

di quando abbiamo visto il diavolomortale

di come, in quella pausa, dopo il volo basso

il trauma nominava l’elegia, danzando,

tra gli animali aperti come noi,

sotto il respiro delle rondini

 

nel cielo occidentale c’è la pace, ora,

scesa a terra, sul pavimento della casa,

delle voci, mentre mangio i semi delle acacie

e nel latte di altre terre lo stupore,

tra l'una e l'altra vibrazione

                                               non c'è altro-

di una piccola gioia che viene per riempirsi

in fondo all’estasi, e non ha misura

il luccicare in una parte della mente,

per non ferirsi - per volare ancora,

con gli occhi d’acqua delle uccelle,

nell’acqua umana di ogni sogno,

come il suo nome qui per terra


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