Chi consolerà il poeta
dell’istante che trascorre?
Chi lo persuaderà
ad accettare la morte della rosa,
della fragile bellezza della sera,
del profumo dei capelli dell’amata,
del giorno che passa,
del cinereo trasformarsi degli occhi amati,
del dileguarsi, nelle brume del tempo
del fantasma amato?
Niente e nessuno.
Perso nella luce,
errante nella bellezza,
povero per eccesso,
folle per troppa ragione,
peccatore in stato di grazia.
Senza aspettare che lo cerchino,
egli va incontro a tutti,
a profondere l’incanto della sua musica,
squarciare con la luce della parola
le ubbie del tedio,
rendere leggera la pesantezza delle ore.
Da “Filosofia e poesia”
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