Dormivamo ai ripostigli della neve
per vegliare il nostro cuore, religiosi-
per scaldarlo come un frutto, e l’allegria
dei segreti delle streghe, maestose
nella tana della gioia : per sognare,
con le trineazzurre dentro gli occhi
di chi comincia un gioco nuovo- per volare
da quel ramo più alto sulla neve,
nella carne bianca della notte
senza muovere le labbra, essere a casa.
"Un vespro lentissimo regge il futuro
alla parola mancante dentro le foglie,
eppure la terra si apre nei sogni,
col respiro regolare di una vita,
come il salto più ardito sullo stelo
del divino, che germina sottile
il seme di una pioggia luminosa,
la devozione quieta tra le gambe
che esplode in sonnovivo,
nell’oscuro mare del sapersi,
sul penultimo confine- mi ripeti-
dal punto intenso di splendore,
-che illumina una sola parte e piccolissima-
tra le fibre della nostra luce,
si congiungono le scapole
a costruire un improvviso sopra il niente,
usando l’energia con un agguato,
lungo il sentiero che batte come un cuore
a pane e acqua; il tempo si comprime
fino al luogo dello scontro, per la vita,
nell’orgasmo fermo dell’unione,
per mangiare un sogno liquido nel fuoco
dal profondo, un coito d'oro,
del dono dell’uccello"
È un fulmine in tutta la sua ampiezza,
che arde quando muove - un'aquila,
che ferma il mondo, ed i pensieri -
un colpo solo, preciso ed accurato-
strema la mente che fugge che ritorna
indebolita- per il salto
il mio vuoto si è proteso fino al becco
per toccare, ovunque sia, il tuo centro:
riportando la forma sulle mani
delle cose che non abbiamo visto mai.
torneremo a sognare con il vischio
coi nostri volti accesi e i piedi scalzi-
mischiando tra le foglie benedette
le nostre schiene ebbre sulla soglia-
nel vedere in pieno sole,
il canto che la neve fa piovendo
intorno al raggio, al folle volo del contatto,
slanciando particole di luce,
per restare sull'orlo di un orgasmo?
"Allora non ci siamo detti tutto, amoremio-
nè scambiati fiori con le dita,
nella velocità dei sogni, troppo giovani,
per restare immobili a toccarci-
una coltre bianca ci copriva il viso.."
tuttavia mi vedi ora e sai che ci appartiene,
che prosegue il sogno per il centro,
che sale con immensa ubriachezza
sul punto rilucente dell'unione
al grido di chi nasce dentro il fiato
di una luce senza terra che finisce
nel tuo mare primordiale: è una parola,
che commuove a pronunciarla,
insieme,
sul bianco che congiunge all’energia
di chi sognando insieme crea.