Dal sentiero alla sorgente luminosa
è buio come dentro la foresta
eppure, nella pausa del respiro
se carezzo i rami di nepente
come liuti, per poterti rivedere,
mi sollevi con la voce sulla soglia
-tra le braccia profumate con qualcosa
da riempire al crocevia dei nostri sguardi-
passati per le mani, uno ad uno-
con la strato terminale della pelle
dell'anima che fai vibrare in aria-
l'alef che soffia e incide lentamente
il primo suono venuto sulla terra-
con tutte le sorelle che danzando
giungono a due luci, nella notte
[ non puoi nemmeno sentirle mormorare
tanto son sottili le distanze
dei volti degli assenti, le iniziali,
col moto delle mani verso oriente:
annunciano che batte un cuore in corsa,
ebbre di mistero innamorate ]
canteremo sulle pietre per ciascuna
la scintilla che rivive dentro il nome
di una splendida parola, sulla lingua
se questo è un segno, è chiara la corona
tra i capelli, la forza del signore
che tu sei, lo sposo e l'increato insieme
il grido che rilanci ad occhi chiusi
e le radici, che non separi dagli uccelli,
prima che il sole sorga, per volare,
dal sentiero, alla sorgente luminosa
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