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Latest Jazz Adventures / Ultime avventure in Jazz

Argomento: Musica

di Giorgio Mancinelli
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Pubblicato il 22/03/2022 11:23:00


LATEST JAZZ ADVENTURES / ULTIME AVVENTURE IN JAZZ

“John Cage è responsabile del cambiamento così come Satie del benefico influsso nella misura in cui ha aiutato a spezzare le catene della disciplina degli anni Cinquanta, mostrandone l’assurdità e l’accademismo. Ma in seguito, ci sono state quasi solo imitazioni.” - Pierre Boulez 1970.
Sembrerebbe d’essere appena usciti dalle prese di un inconscio collettivo, popolato di archetipi universali, in rappresentanza di un imperativo categorico che non permetteva alla musica di poter andare oltre, quasi che ogni caposaldo facesse parte di uno stesso muro invalicabile e lì dovesse rimanere per sempre, ed eccoci pronti ad aprire la nostra volontà di autoespressione e liberazione al nuovo e a tutto ciò che lo circonda.
Oggi, che le più innovative tecniche approntate nella sonorizzazione acustica ci accompagnano nell’infinita virtualità dell’universo sonoro, siamo altresì coscienti degli innumerevoli spazi emergenti dall’avvenuto cambiamento, quanto più necessario alla realizzazione di questo mondo emozionale, in linea col nostro tempo, onde accoglierle e dare inizio ad una ‘nuova’ e immaginifica avventura musicale. È questo il mondo universalmente riconosciuto del potere accomunante della musica, finalmente liberi psicologicamente ed emotivamente di poter scegliere, nella nostra magnifica incoerenza, la musica cui affidare le nostre emozioni …
“Di noi stessi tacciamo, la cosa in sé è in questione” – scrive Kant in “La critica della ragion pura” e che rappresenta il fondamento della modernità.
È significativo che ci accorgiamo del fatto rivelatore di ciò che siamo insieme al mondo di affetti e di passioni che la musica da sempre sostiene coi sentimenti che riesce a scaturire nell’animo umano; con la poesia sonora della natura circondata dai suoi silenzi; dei ‘pianissimo’ e dei ‘fortissimo’ strumentale che ci sorprendono e che fanno da colonna sonora del nostro quotidiano; dei suoni primigeni di una realtà oggettiva datrice di sensibilità, grandi capacità espressive, fondamento di solidarietà e di pace. Di tutto quanto sembriamo avere bisogno più che mai …
“È nello scoprire il fascino ancestrale della musica che l’infinita ricerca di ‘noi stessi’ si amplia di nuovi importanti capitoli che vanno ad aggiungersi alla macroscopica storia universale che noi tutti, ad ogni latitudine del mondo, andiamo scrivendo e che, forse un giorno, ci permetterà di conoscere il mondo in cui viviamo” - GioMa
E non esiste questa o quella musica, diversificata per origini o tendenze, in primis c’è la MUSICA con la sua magica ‘comunicativa’ capace di restituire all’ascoltatore l’atmosfera emozionante che noi tutti accomuna. Qui di seguito presento una lista, piuttosto casuale direi, di vecchie e nuove ‘uscite’ discografiche che s’avvicendano nel panorama della musica internazionale. Molti sono anche gli strumentisti italiani presenti con singoli album e nei gruppi qui presenti, ciò a dimostrazione di una costante partecipazione e creatività solistica di grande attualità.

Ultimissime:

Laurie Anderson, Philip Glass, and John Zorn will perform in a concert for Ukraine at New School in NYC tonight. In lieu of ticket fees, donations are suggested to Save the Children, International Rescue Committee, and Razom.

MET JAZZ 2022 XXVII Edizione:
“La voce e altre follie”, un Masterclass in collaborazione con Musica per Roma al Parco della Musica e Casa del Jazz.
Una manifestazione di “Tredici concerti” a ingresso gratuito che fino al 10 aprile ospita inoltre artisti internazionali e italiani accanto ai nuovi talenti del Dipartimento Jazz del Conservatorio Santa Cecilia con la direzione artistica di Carla Marcotulli.
Tra gli ospiti: David Linx, Alex Sipiagin, Maurizio Giammarco, Franco D’Andrea, Bruno e Giovanni Tommaso e Rosario Giuliani, Daniele Roccato, Pietro Lussu, Nicola Stilo, Mario Corvini e Claudio Corvini.
Domenica 20 marzo dalle ore 18, sul palco della bellissima Sala Accademica, caratterizzata dal grande Organo Walcker-Tamburini, saliranno tre grandi esponenti del jazz italiano: il pianista e compositore Franco D’Andrea e il duo formato dal sassofonista Rosario Giuliani e dal pianista Pietro Lussu, con il loro “Tribute to Bird” in omaggio a Charlie Parker, un artista che ha lasciato un retaggio fondamentale non soltanto nel jazz - trascinando il pubblico in un viaggio speciale nell’intelletto del grande musicista. Un concerto che rappresenterà una vera e propria sfida: quella di cimentarsi in un duo sax e pianoforte nel territorio di uno dei più grandi geni della musica. Tra i più grandi pianisti italiani, Franco D’Andrea è un pluripremiato compositore e strumentista. Nel corso della sua carriera ha registrato circa 160 dischi e creato 200 composizioni, collaborando con grandi artisti come Gato Barbieri, Dexter Gordon, Johnny Griffin, Slide Hampton, Lee Konitz, Steve Lacy, Dave Liebman, Jean Luc Ponty, Enrico Rava, Max Roach, Toots Thielemans, Miroslav Vitous e Kenny Wheeler. Al Festival “Jazz Idea” il suo concerto per ‘piano solo’ sarà, come egli stesso ha affermato, “il luogo della libertà”, un racconto di esperienze nuove e concretezze estreme.
Gli altri eventi in cartellone: il 27 marzo il Santa Cecilia Silver’n'voices Lab diretto da Nicola Stilo e Carla Marcotulli, a seguire il trombettista Alex Sipiagin ospite del quartetto di Riccardo Fassi e Stefano Cantarano; il 3 aprile il cantante e compositore David Linx in quartetto con il suo Voices Unlimited in cui figura il grande batterista Bruce Ditmas, anticipato dal concerto del gruppo di improvvisazione del Conservatorio unito a quello dell'Università Ca' Foscari di Venezia (MusiCa Foscari) e dal duo “Meltin pot” di Alessio Sebastio e Minji Kim; il 10 aprile “Bass in the mirror” con Paolo Damiani e Daniele Roccato, seguiti dal “Tribute to Dick Halligan and his Music” di Cinzia Gizzi, Carla Marcotulli, Fabio Zeppetella, Pietro Leveratto ed Ettore Fioravanti.
I prossimi appuntamenti in collaborazione con Musica per Roma: lunedì 21 marzo dalle 10 alle 13, presso lo Studio 2 dell'Auditorium Parco della Musica (entrata artisti), protagonista Franco D’Andrea in “Applicazioni pratiche delle aree intervallari”; il 4 aprile, sempre dalle 10 alle 13, David Linx terrà il suo “Voices Unlimited Workshop” alla Casa del Jazz, location che ospiterà l'11 aprile anche la Masterclass di Bruno Tommaso “Parafrasi, mascheramenti, plagi e truffe”, con lo stesso orario.
Per prenotazioni all’indirizzo mail educational@musicaperroma.it.

CONTATTI
Conservatorio di Musica “Santa Cecilia”
Via dei Greci 18, Roma - tel. 06.36096720 - www.conservatoriosantacecilia.it
Ufficio Stampa Festival JAZZ IDEA Fiorenza Gherardi De Candei – tel. 328.1743236 info@fiorenzagherardi.com.
Fiorenza Gherardi De Candei
Press Agent - Event Manager
Mobile +39.328.1743236 E-mail info@fiorenzagherardi.com Skype "fiorenzagherardi"
www.fiorenzagherardi.com

In collaborazione con Nonesuch Records segnalo l’uscita di alcuni CD digitali e vinili di grande impatto jazzistico e/o rock con artisti che si sono guadagnati la ribalta in anni di concerti in giro per il mondo:

Brad Mehldau Releases Take on Rush's "Tom Sawyer" Ft. Chris Thile, a rare new track from his upcoming album, Jacob's Ladder. The song, Mehldau's interpretation of the Rush classic, features Chris Thile on lead vocals and mandolin as well as Joel Frahm on saxophones and Mark Guiliana on drums; Mehldau plays keyboards and provides additional vocals.
Features new music that reflects on scripture and the search for God through music inspired by the prog rock he loved as a young adolescent - his gateway to the fusion that eventually led to his discovery of jazz. Featured musicians on the album include label mates Chris Thile and Cécile McLorin Salvant, as well as Mark Guiliana, Becca Stevens, Joel Frahm, and others. Mojo calls it "a kaleidoscopic affair, where baroque prog-rock edifices are juxtaposed with clouds of ethereal choirs, dreamy piano interludes, and squalls of free jazz-style clarinet. Skillfully weaving these elements into storytelling sound collages, Mehldau takes the listener on a memorable musical journey."

Cécile McLorin Salvant Releases Take on Kate Bush's "Wuthering Heights", the opening track to her new album, Ghost Song. The video features artwork by Salvant animated by Robert Edridge-Waks. Singer/songwriter Cécile McLorin Salvant's Nonesuch Records debut album, Ghost Song, features a diverse mix of seven originals and five interpretations on the themes of ghosts, nostalgia, and yearning. The New York Times calls it "her most revealing and rewarding album yet." Uncut says she is "one of the most daring and resourceful vocalists in jazz—or any other genre, for that matter." The Arts Desk exclaims: "The treasure trove of marvels that is Ghost Song exceeds all expectations." Nonesuch Store CD and LP orders include an exclusive, limited-edition signed artwork by Salvant while they last.

David Byrne is Harper's Bazaar's March 2022 music director. He has curated a playlist related to the issue's theme of legacy, dedicated to creators "who have built upon what came before them."Since forming the pioneering art-rock band Talking Heads in 1975, Byrne has charted a singularly polymathic creative path, navigating a successful solo music career while venturing into dance, theater, film, and other visual and performance work. In 2018, he released his 10th studio album, American Utopia, which has since been adapted for Broadway. “The show homes in on specific issues like race, immigration, and voting and communicates the positive side of thinking about them,” says Byrne, who is exhibiting a collection of his drawings at New York’s Pace Gallery through March 19. For this issue, he curated a playlist with a legacy theme, choosing artists, he says, “who have built upon what came before them.” Along with “Deathless” by Afro-French-Cuban twin-sister duo Ibeyi, whose spiritual traditions inform their songwriting, he included “Santé” by Belgian electronic music star Stromae, who acknowledges his roots by “incorporating a lot of African rhythms into his music,” as well as “Te Ao Mārama/Solar Power” by Lorde. “It’s Lorde doing a version of her hit in Māori,” explains Byrne. “It ties back to her being from New Zealand and making that part of who she is.” David Byrne is on the Talk Easy podcast. He talks with host Sam Fragoso about American Utopia on Broadway, which Fragoso calls "dazzling … remarkable"; the celebratory nature of performing the show for audiences as people congregate again; and more.

The Black Keys – “Dropout Boogie” in Nonesuch Records
As they've done their entire career, The Black Keys' Dan Auerbach and Patrick Carney wrote all of the material for their new album, Dropout Boogie , in the studio, and the album captures a number of first takes that hark back to the stripped-down blues rock of their early days making music together in Akron, Ohio, basements. After hashing out initial ideas at Auerbach's Easy Eye Sound studio in Nashville, the duo welcomed new collaborators Billy F. Gibbons, Greg Cartwright, and Angelo Petraglia to the sessions, marking the first time they've invited multiple new contributors to work simultaneously on one of their own albums.

Ry Cooder's “My Name Is Buddy” at 15.
It was 15 years ago this week: Ry Cooder's My Name Is Buddy was released. On the album, he imagines a tabby, Buddy Red Cat, embarking on a Bound for Glory–like journey across country. Musicians include Mike and Pete Seeger, Paddy Maloney, Jim Keltner, Van Dyke Parks , Flaco Jimenez, Mike Elizando, Joachim Cooder, Jacky Terrasson, and Stefon Harris.

Steve Reich's new book, Conversations, is out now. He speaks with collaborators, fellow composers, musicians, and visual artists influenced by his work—including Nonesuch Chairman Emeritus Robert Hurwitz, Jonny Greenwood, Kronos Quartet's David Harrington, Stephen Sondheim, Nico Muhly, Brian Eno , and others—to reflect on his prolific career as a composer as well as the music that inspired him and that has been inspired by him.


GleAM Records è orgogliosa di annunciare l'uscita di “Elevating Jazz Music” Vol. 1 , debutto discografico del sassofonista emiliano Daniele Nasi e del suo BSDE 4tet, disponibile su CD e download / streaming digitale dal 25 febbraio 2022.
Elevating Jazz Music Vol. 1
“Vuol esser un ascolto d’Ascensione e non d’Ascensore, citando una frase presa da Rap God di Eminem, dando peso all'aspetto sociale e comunicativo della musica che troppo spesso viene messo da parte in favore della cosiddetta fruibilità”.
I BSDE 4tet sono un gruppo jazz, con sede in parte nei Paesi Bassi e in parte in Italia, che sfrutta i diversi background dei membri per cercare un suono nuovo e fresco attraverso composizioni originali. La musica combina aspetti del free jazz e dell'hard-bop con armonie e ritmi più moderni e con materiale folkloristico derivante dai diversi paesi o incontri culturali dei musicisti.
Alcune delle composizioni si basano su fatti che sono purtroppo accaduti negli ultimi anni e vogliono essere un modo per esprimere sia delusione che una critica costruttiva. Il quartetto crede fermamente, infatti, che la musica sia un momento sociale importante, sia per condividere emozioni che pensieri e che il jazz possa ancora portare alla riflessione e al cambiamento come ha fatto in passato.
La scrittura aperta dei brani è stata concepita con un suono specifico in mente, che ha portato alla formazione del BSDE 4tet qual è, ma al contempo lascia ampi spazi per l'interazione tra chi vi partecipa, rendendo fondamentale l'apporto personale ed espressivo dei musicisti, quanto quello di chi ascolta. Quello dell'interplay e di un suono d'insieme son aspetti molto sentiti dalla formazione, tant'è che l'album è stato registrato “alla vecchia”, in un'unica stanza e senza cuffie o doppi vetri a separare le vibrazioni degli strumenti. Il gruppo, formato da Daniele Nasi - Tenor & Soprano Saxophone; Jung Taek "JT" Hwang - Piano, Moog & Fender Rhodes; Giacomo Marzi - Double-bass e Andrea Bruzzone - Drums ha ricevuto il premio Roberto Zelioli 2019 durante l’ultima tournée in Italia.

Ancoras per GleAM Records è annunciata l'uscita di “Dream Big” del Trombettista italiano Enrico Valanzuolo, disponibile su CD e download / streaming digitale dal 25 marzo 2022. Il debutto discografico del trombettista italiano Enrico Valanzulo e del suo Quintetto, formato da Enrico Valanzuolo – tromba, Francesco Fabiani – chitarra elettrica, Eunice Petito – piano, Aldo Capasso - basso elettrico & contrabbasso, Eugenio Fabiani - batteria, è alla base del lavoro di ricerca di sonorità inedite, influenzate dalle suggestioni del Jazz Nordeuropeo ma con una orgogliosa connotazione partenopea.
Melodie forti e incisive e arrangiamenti mai scontati traghettano l'ascoltatore verso percorsi sostanzialmente emotivi, dove silenzi e suoni si compenetrano in direzione di altrove non ancora mappati, ma la cui cartografia è sempre affidata all'improvvisazione del quintetto. Il tema del viaggio costituisce senza ombra di dubbio il leitmotiv dell’intero album, e poco conta se si faccia riferimento a viaggi reali o solamente sognati, ad esperienze vissute o a luoghi distanti, almeno sulla carta.
“Dream Big”, titolo di uno de i brani che dà il nome all’intero album, è, più che un concetto, la filosofia stessa che permea l’idea di viaggio del leader. È l’auspicio a volare alto, valicando i confini del familiare, le colonne d’Ercole che ciascuno di noi si pone giorno dopo giorno, per ricercare quel percorso nuovo, battere quella strada impervia che di norma si eviterebbe, perché è lì che si nasconde un’emozione più grande, una gioia maggiore. E quindi “Dream Big” – come stimolo e auspicio verso se stessi prima ancora che verso gli altri - è un concetto profondamente legato ad un’idea persistente di altrove. Chi sogna in grande vola lontano. Ha detto di lui l’altro grande italiano della tromba Paolo Fresu: “Enrico ha un suono che gira in testa. Difficile spiegare, per chi non suona la tromba, l’essenziale importanza dell’equazione suono>pensiero. Sono solo 5 i brani di questo interessante lavoro ma sufficienti per affermare quanto il processo mentale risulti corretto. Il resto è estetica. Per quanto questa sia importante ciò che conta è la relazione diretta tra pensiero e suono. Questa si tramuta in un pathos che è vocale e in una emozione condivisa con i suoi magnifici compagni di viaggio. “Dream Big” è uno dei tanti sogni di cui, ora più che mai, necessitiamo.”

AUAND Records è presente in questa lista con un importante album che nel recupero di sonorità del Grande Jazz più vicino a noi: “Un approccio eretico come miglior modo di essere fedeli a Monk. L’album riporta alla luce una serie di registrazioni che prendono le mosse dalle composizioni del grande compositore afroamericano, in “Heretic Monk” e qui riproposte dal duo formato da Stefano Risso, che ha dato origine una quindicina d’anni fa al trio Barber Mouse (il nome è un piccolo divertissement che gioca sui cognomi del batterista Mattia Barbieri già al fianco di Richard Galliano per molti anni e del pianista Fabrizio Rat musicista incredibile a cavallo tra la techno e la musica contemporanea, molto conosciuto all'estero, soprattutto in Francia), lavora da tempo, come compositore e contrabbassista, sia sulla musica acustica che elettronica, in una costante ricerca fra avanguardia e tradizione, improvvisazione e canzone che tende a far confluire tutti questi differenti linguaggi in un singolare mondo sonoro.
Perseguendo quest’idea di fondo, il gruppo esordisce con un primo disco (Auand, 2012) che omaggia i Subsonica, uno dei più noti gruppi elettro/pop italiani, e che vede ospite Samuel, il cantante stesso dei Subsonica.
Senza abbandonare la sperimentazione costante, la ricerca timbrica, la presenza di strumenti acustici preparati fino a produrre sonorità che sembrano elettroniche, ossia ciò che da sempre costituisce la cifra stilistica del gruppo, arriva ora a dieci anni di distanza il secondo disco. A differenza dell’idea iniziale di fuoriuscire dai territori della musica jazz questo è un omaggio, caratterizzato da una ricerca armonica totalmente innovativa e sorprendente, al grande pianista Thelonious Monk, alle sue composizioni come pure agli standard che reinterpretava rendendoli suoi in modo indelebile.
Registrato nel 2011, per molti anni è rimasto fino ad oggi nel cassetto.
«Non ne sappiamo bene il motivo, – racconta Stefano Risso – forse perché la produzione ci rapisce e nel frattempo ci siamo mossi su differenti territori. Ma a riascoltarlo ora è come se venisse a galla maggiormente la sua contemporaneità e modernità. Quando dai progetti prendi distanza è come se si mettessero a fuoco i lati essenziali dei lavori. A riascoltarlo oggi pare quasi più attuale di quando lo registrammo. Questo è quindi il motivo per cui oggi abbiamo voluto che venisse alla luce».
L’aspetto peculiare dell’album, è il lavoro sull’armonia, che richiama per certi aspetti la geometria frattale. Alcuni accordi tipici dell’armonia di Monk e del suo modo di realizzare voicings sul pianoforte, vengono sintetizzati nel loro schema più semplice, ridotti a un tetracordo e utilizzati al posto delle griglie di scale e accordi tradizionalmente usate nell'improvvisazione. Ogni brano del disco viene riarmonizzato con questa logica e le improvvisazioni seguono questo principio, limitando il numero di note differenti utilizzabili. Da qui per l’ascoltatore la sensazione di un’armonia che si sviluppa da se stessa e si moltiplica su se stessa, un po’ come le strutture frattali che si osservano in natura, nei cristalli o nelle foglie.
Come confida lo stesso Risso «Il lavoro di preparazione necessario a registrare l’album è stato particolarmente lungo. Era un po’ come essere costretti ad abbandonare tutti gli stereotipi di linguaggio per riuscire a suonare correttamente in questo approccio per noi nuovo e innovativo legato ai tetracordi. Impossibile usare un fraseggio che già si conoscesse perché il risultato musicale non sarebbe stato attinente, si sarebbe usciti da quei paletti che ci eravamo dati in partenza, che erano limitazioni ma allo stesso tempo grandi elementi di stimolo. Quindi abbiamo studiato e lavorato in sala prove duramente per riuscire a districarci in questa selva di armonie molto serrate e rigorose, che in fin dei conti, nonostante ne siano rispettose, si distanziano molto da quello dei brani originali».
«Penso che la caratteristica principale di questo disco – conclude Rat – sia il processo di trasformazione di un materiale musicale preesistente. Un po’ come se ci si trovasse di fronte a una pagina scritta in una lingua conosciuta ma che, a causa di un’amnesia, la si fosse dimenticata. Ci si trova quindi nella necessità e nella condizione di interpretare quei segni con una logica nuova, caratterizzata da alcune regole armoniche che si allontanano notevolmente dai canoni abituali del linguaggio jazzistico e mossa, ovviamente, dall’amore per l’immensa musica di Monk».

A proposito dei suoi due compagni di viaggio Risso racconta: «Fabrizio Rat è un musicista che ha fatto un lungo percorso su diversi tipi di territori. Ha iniziato come pianista classico per poi buttarsi sulla composizione nella musica contemporanea (alcuni suoi brani sono stati eseguiti dall’Ensemble Modern e dall’Ensemble Interconteporaine) per poi passare al jazz e persino alla techno.
Mattia ha collaborato con tantissimi grandi musicisti e per anni ha fatto parte del gruppo di Richard Galliano, sperimentando anche lui con le drums machine e i synth».

Paolo Zou, “Venus”. Il chitarrista romano pubblica con Auand un album eclettico e ricco di colori. Il nuovo lavoro di Paolo Zou, la cui progettazione iniziale risale all’inizio del 2020, durante i mesi di quarantena dovuti al Covid, è intenzionalmente ricco di sfumature e situazioni musicali sensibilmente differenti. Un’ampia varietà stilistica che costituisce, del resto, il filo rosso e la caratteristica principale che ha contraddistinto l’intero percorso musicale del chitarrista romano. Zou negli anni infatti, oltre al jazz, produce musica elettronica, suona reggae-ska ed è attivo in ambiti pop e hip hop.
«Come per ogni mio lavoro compositivo – spiega Paolo Zou – ho capito dapprima con chi avrei voluto registrare il prossimo lavoro a mio nome, per poi solo più tardi cominciare a scrivere musica, pensando soprattutto ai musicisti per la quale la stavo scrivendo».
Ad affiancarlo nell’album sono dunque Adriano Matcovich al basso elettrico, e voce su un brano, e Dario Panza alla batteria e alle percussioni, aggiunte in un secondo momento in un paio di brani.
«Durante la prima prova per questo lavoro – racconta Zou – con Adriano e Dario c'è stata fin da subito una profonda intesa e una grande affinità di approccio al jazz e alla musica improvvisata. Riguardo al processo compositivo una mia costante è quella di scrivere tutto a casa, rigorosamente su carta, spesso anche le parti di basso e batteria, per poi verificare insieme se quel che ho pensato funziona oppure no. In questo caso è stato fin troppo semplice mettersi d'accordo su qualsiasi aspetto riguardante il lavoro da svolgere insieme! Ci accomuna una visione aperta, assolutamente inclusiva. Non a caso condividiamo un'estrema varietà di ascolti, dal Jazz, alla Trap, al Soul, al Pop, alla Classica».
“Venus” è un album letteralmente ricco di tinte e di tonalità. Infatti, a partire da un elemento autobiografico, una leggera forma di sinestesia, ovvero quella sorta di contaminazione dei sensi nella percezione che permette di avvertire una relazione tra suoni, colori e forme, Zou ha scelto di evidenziare un aspetto della creatività che già in passato ha intrigato artisti, letterati e poeti: dalle vocali colorate di Baudelaire alla volontà di dipingere la musica di Kandinsky.
«In questo album – confida Zou – ho voluto dare spazio al fatto che per me ogni brano, che sia mio o di altri, evoca uno o più colori precisi. Tutti i brani, tranne alcuni brevi intermezzi, sono perciò intitolati con un oggetto del colore del brano. E quindi VENUS è giallo, ORHIS osso, COVELLITE azzurro, ADAMITE verde, BLACK ONYX nero, IS ARUTAS, infine, è bianco».

“Venus”, pubblicato da Auand Records, sarà disponibile da venerdì 1 aprile e singoli tratti dall’album usciranno su tutte le piattaforme streaming a partire da venerdì 4 marzo.

























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