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Comunicazione nn verbale, microespressioni e bugie.

Argomento: Sociologia

di Bianca Fasano
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Pubblicato il 26/01/2023 21:00:17

-“Lei capiva meglio il linguaggio di suo figlio appena nato. Forse perché lui non mentiva: caldo, freddo, fame, sonno, paura di silenzio, voglia di coccole. Il suo linguaggio era chiaro. Quello di Valeriano invece sfuggiva. Gelosia: era amore o odio? Freddezza: era disinteresse o stanchezza? Passione: era rabbia o paura?”- Penso che molti di noi conoscano o abbiano seguito, la serie TV americana dal titolo "Lie to me" (Mentimi). L'attore Tim Roth, interpreta un personaggio particolare, considerato nell'ambito della fiction, un grande esperto in espressioni facciali; la serie si riallaccia al lavoro di Paul Ekman, e anche una situazione molto particolare, che nella storia si fa ascrivere alla vita personale del dottor Cal Lightman, è tratta di sana pianta dallo Scritto di Paul Ekman. Riportiamo il brano che ce lo rende più chiaro: -”Mary era una casalinga quarantenne. L’ultimo dei suoi tre tentativi di suicidio era stato molto serio e solo per un caso qualcuno l’aveva scoperta prima che una dose eccessiva di sonnifero la uccidesse. La sua storia non era molto diversa da quella di tante altre donne che soffrono di depressione intorno alla mezz’età: i figli erano cresciuti e non avevano più bisogno di lei, il marito sembrava tutto assorbito dal lavoro e Mary si sentiva inutile. Quando fu ricoverata, non era più in grado di mandare avanti la casa, soffriva d’insonnia e passava molto tempo seduta in un angolo a piangere. Nelle prime tre settimane di ospedale fu trattata con psicofarmaci e terapia di gruppo. Sembrava rispondere molto bene: i suoi modi erano più vivaci e non parlava più di suicidio. In uno dei colloqui filmati, Mary spiegava al medico di sentirsi molto meglio e chiedeva il permesso di trascorrere a casa il fine settimana. Il giorno dopo, prima di ricevere l’autorizzazione, confessò che aveva mentito per ottenerla e che voleva ancora assolutamente suicidarsi”- Nella fiction l'esperienza la vive Cal Lightman, per cui è stata una sua paziente a suicidarsi e lui non si perdona per averle creduto nel momento in cui ha chiesto di recarsi a casa per qualche giorno assicurando di sentirsi molto meglio. La donna quindi, per un suo errore di valutazione è stata dimessa momentaneamente e si è tolta la vita. In pratica non ci vuole molto per comprendere che questa serie americana si è largamente ispirata al personaggio di Paul Ekman, il quale, con le sue teorie, ha fornito prove dell’esistenza di uno strettissimo legame con le emozioni umane. La tecnica che studia le espressioni facciali è impiegata da diverse Forze di polizia, tra le quali l’FBI americana, nel corso degli interrogatori di persone sospettate o fermate, consentendo all’operatore di comprendere se il soggetto stia nascondendo o meno la verità nelle sue parole. Intorno al dottor Carl Lightman è stato costruito il team specializzato nelle investigazioni di tipo psicologico. Personalmente, ho avuto modo di conoscere e studiare i lavori di Paul Ekman in più occasioni e ne sono stata affascinata anche per la mia propensione alle applicazioni propedeutiche alla comprensione dell'essere umano nelle sue varie sfaccettature. Lo studio delle microespressioni e altresì, quello delle posizioni che vengono assunte dalle persone in varie situazioni, anche quando queste non stanno usando consciamente tentativi di menzogna, mi è stato sempre molto utile, ad esempio, come insegnante, mi ha messo in grado di rendermi conto dell'indice di ascolto delle mie classi. Vedevo quando mi capitasse di perdere la loro attenzione sia nei casi singoli sia nel gruppo. Nelle situazioni interpersonali, quando il discutere con altri, sperando di convincerli su di un qualcosa, sarebbe stato tempo perso. Le posizioni (non parlo di quelle del kamasutra), che assumono le persone nel dialogare tra di loro o nel dialogare con noi, esprimono molto spesso più profondamente delle parole il pensiero nascosto e fin anche quello nascosto a loro stessi. É pur vero che una particolare predisposizione di alcune persone le pone in grado, più facilmente di altre, di intuire gli atteggiamenti spontanei e fasulli che chi discute con loro o anche semplicemente dialoga, assume. Nella serie televisiva il personaggio di Ria Torres (Monica Raymound), viene assunto nel gruppo di lavoro dal dottor Ligtman, in una situazione del tutto estemporanea. Trovandosi all’aeroporto, dove questa lavora, lo psicologo si rende conto che la ragazza è in grado di individuare sul suo volto un'espressione di paura che lui non riesce a nasconderle, benché lei non abbia mai effettuato studi di nessun tipo. In poche parole egli comprende che Ria è in grado di individuare le menzogne in un modo del tutto naturale, cosa molto rara, per cui la invita a lavorare con loro. Per quanto riguarda le cosiddette microespressioni, si fa riferimento a quelle che noi possiamo assumere del tutto inconsciamente è che sono difficili da riconoscere anche nel corso di un colloquio in cui poniamo molta attenzione alle stesse. É più facile riconoscerle nel momento in cui il colloquio, registrato e filmato, viene visto a rallentatore ovverosia anche soltanto più lentamente. Ricordo di aver letto che in particolare un insegnante universitario che cercava di capire dai colloqui con i propri allievi quali erano le reazioni emozionali che questi provavano nei suoi confronti, per sollecitarli, assumeva un atteggiamento molto antipatico, allo scopo di realizzare in che modo gli allievi con i loro movimenti e non con le parole facessero comprendere di essere irritati dall’essere trattati male. L'insegnante, pure osservando più volte i filmati, non trovava nelle reazioni degli allievi niente che lasciasse trasparire dal loro comportamento il fatto di essere a disagio per l'atteggiamento antipatico che lui assumeva verso di loro. Malgrado ciò, nel rivedere i nastri con più attenzione e facendoli passare più lentamente, potette notare come alcuni di loro, senza volerlo, facessero il segno delle corna con le mani. Personalmente ho avuto modo in molte occasioni di notare lo stesso segno, velocissimo, apparire sulle mani del mio interlocutore quando, anche non volendolo, mi sono comportata in modo da rendermi antipatica a qualcuno. Sono molti segnali che si possono fare con una certa facilità, nei nostri colloqui con le persone. Ad esempio: braccia incrociate e gambe incrociate, sia da seduti sia nello stare in piedi, facilmente sono il segno di un disaccordo rispetto a quello che stiamo dicendo. Se la persona con cui parliamo ha un piede rivolto verso l'esterno, o in modo particolare, verso l'uscita, facilmente sta sperando di liberarsi della nostra presenza il più presto possibile. Altri segni negativi per la qualità dell'ascolto, sono le mani davanti alla bocca, il cui significato più semplice è quello di evitare di rispondere perché non si è d'accordo sull’argomento che si sta trattando. Un semplicissimo modo per rendersi conto che la persona con cui parliamo sta raccontando qualcosa di cui non è convinto o che sia completamente una bugia e il fatto di portarsi la mano più volte al naso. Questo è un segno fisiologico in quanto, nel momento in cui diciamo delle bugie, siamo imbarazzati e i piccoli peli, quasi invisibili, che si trovano sul nostro naso, tendono a rizzarsi, provocando la sensazione di prurito che ci spinge a toccarci il naso. Chiaramente, per quando sia interessante lo studio di queste caratteristiche, per essere realmente credibile, va effettuato nell'ambito di una conoscenza più specifica della psicologia umana. Bugie: -”Le bugie, ad esempio: come fare a non dirne più neanche una piccina piccina? Una alla mamma, magari per nascondere una scappatella, una alla maestra, per scusarsi di compiti non completati? Una alla insegnante di danza? Bugie piccolissime, perché lei in effetti non era neanche brava a raccontarle ed era subito scoperta. E, premesso che le bugie non andavano dette, come spiegare la frase di suo padre: -“Quando hai detto una bugia non smettere mai di sostenerla, neanche di fronte all’evidenza del contrario…”- (?) E la mamma, forse non ne raccontava proprio mai?” 1) Bianca Fasano. Quel magico mondo lontano" (romanzo- editore Loffredo-1989); Ripubblicato in ebook e cartaceo. 2) Bianca Fasano. Quel magico mondo lontano".


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