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Meditazioni di Don Luciano - Tempo di Quaresima Anno A

Argomento: Religione

di Giorgio Mancinelli
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Pubblicato il 09/03/2023 15:11:48

Meditazioni di Don Luciano - Tempo di Quaresima - Anno A

GESU’ TENTATO, HA VINTO I Domenica di Quaresima A Dal Vangelo secondo Matteo (4,1-11):

In quel tempo, Gesù fu condotto dallo Spirito nel deserto, per essere tentato dal diavolo. Dopo aver digiunato quaranta giorni e quaranta notti, alla fine ebbe fame. Il tentatore gli si avvicinò e gli disse: “Se tu sei Figlio di Dio, dì che queste pietre diventino pane”. Ma egli rispose: “Sta scritto: “Non di solo pane vivrà l’uomo, ma di ogni parola che esce dalla bocca di Dio”. Allora il diavolo lo portò nella città santa, lo pose sul punto più alto del tempio e gli disse: “Se tu sei Figlio di Dio, gettati giù; sta scritto infatti: “Ai suoi angeli darà ordini a tuo riguardo ed essi ti porteranno sulle loro mani perché il tuo piede non inciampi in una pietra”. Gesù gli rispose: “Sta scritto ancora: “Non metterai alla prova il Signore Dio tuo”. Di nuovo il diavolo lo portò sopra un monte altissimo e gli mostrò tutti i regni del mondo e la loro gloria e gli disse: “Tutte queste cose io ti darò se, gettandoti ai miei piedi, mi adorerai”. Allora Gesù gli rispose: “Vattene, satana! Sta scritto infatti: “Il Signore Dio tuo adorerai: a lui solo renderai culto”. Allora il diavolo lo lasciò, ed ecco degli angeli gli si avvicinarono e lo servivano. Le letture del ciclo quaresimale ‘A’ sono legate al catecumenato e all’iniziazione cristiana che culmina nel battesimo impartito nella notte pasquale. Vivere è scegliere! In questa prima tappa del cammino quaresimale siamo chiamati a rinnovare la scelta definitiva per Dio, una scelta che spesso diamo per scontata. ‘Non dobbiamo continuare a pensare alla fede come a un presupposto ovvio’ (Porta fidei, 2).

La scelta consiste o nel decidersi per Dio e il suo progetto, come ha fatto Cristo; o nel rifiutare Dio e il suo progetto, come ha fatto Adamo. L’essere tentati ci costringe a fare una scelta. ‘Se ti appresti a servire il Signore, preparati alla tentazione’(Sir 2,1). 2 ‘Il nostro progresso spirituale si compie attraverso la tentazione. Nessuno può conoscere se stesso se non è tentato, né può essere coronato senza aver vinto, né può vincere senza combattere, ma il combattimento suppone un nemico, una prova’ (S. Agostino). Il nocciolo di ogni tentazione consiste nello sbagliarsi su Dio, nell’avere di lui un’immagine distorta e, di conseguenza, nel rimuoverlo e nel metterlo in fuori gioco, visto che abbiamo perso la fiducia in lui. Dio sarebbe superfluo, solo un optional, se non anche un fastidio! Meglio fare da soli! E’ la tentazione di sostituirsi a Dio. Io sono mio! Decido tutto io! Il bene, il male, la vita, la morte, il giusto e l’ingiusto. Dio è sentito come un’oppressione e una minaccia alla mia libertà: sbarazziamocene!

Questo che è il più grande inganno della nostra vita è opera del diàbolos, cioè di colui che ci vuole separare da Dio e poi ci lascia soli. Le tre tentazioni sono tre scorciatoie, sono strade più brevi e più facili, ma che non ci danno la felicità. La strada migliore è quella che ci propone la Parola di Dio: quella sì che ci rende felici! ‘Beati quelli che ascoltano la Parola di Dio e ancor più beati quelli che la mettono in pratica!’. Le tre tentazioni di Gesù consistono tutte nel realizzare il suo essere Messia secondo i criteri del mondo. 1. La prima tentazione: è di tipo economico. ‘Se sei il Figlio di Dio, dì che questi sassi diventino pane’. Cristo deve dar prova della sua pretesa per diventare credibile. Sentiremo ancora queste parole da coloro che schernivano Gesù sotto la croce: ‘Se tu sei Figlio di Dio, scendi dalla croce!’(Mt 27,40). Anche noi rivolgiamo questa richiesta a Dio, a Cristo e alla sua Chiesa nel corso della storia: se esisti, o Dio, allora devi mostrarti, allora devi squarciare la nube del tuo nascondimento e darci la chiarezza, a cui abbiamo diritto. Il dubbio su Dio è sempre alla radice di ogni tentazione (se sei Figlio di Dio!). Questa prima tentazione è anche la tentazione del pane, la tentazione materialistica. Credere che l’unico problema sia il pane da mangiare.

Ciò che conta sono i soldi, così ti puoi togliere tutte le soddisfazioni. Si sostituisce Dio con le cose, che così vengono assolutizzate. E’ la ricerca del ben-essere (ben-avere) unicamente per sé. Il pane è un bene inequivocabile, ma più buona è la Parola di Dio. Il pane fa vivere, ma ancor più vita viene dalla Parola di Dio. Anzi, l’uomo vive di ciò che viene dalla bocca di Dio. 2. La seconda tentazione è di tipo religioso. ’Se sei Figlio di Dio, bùt3 tati giù’. Buttarsi dal tempio può apparire un gesto sensazionale che manifesta la grandiosità della potenza di Dio. Dio deve dimostrare di essere Dio.

Così il discepolo può vantarsi della potenza del suo Dio. Ma nulla, o ben poco, dice dell’identità del vero Dio, che è amore. Cristo non si è gettato dal pinnacolo del tempio, non ha messo alla prova Dio, ma è sceso nell’abisso della croce e della morte, perché sapeva che il fondamento del mondo è l’amore. Questa è la tentazione del miracolismo, del trionfalismo, del protagonismo, dell’apparire. Il protagonista non vede altro che se stesso e pretende che ogni cosa sia centrata su di lui. Ciò che conta è il successo, la bellezza, far carriera, diventare qualcuno. Siamo disposti a credere solo se Dio ci accontenta. Ma Dio non è un mago! 3. La terza tentazione. Satana ‘Gli mostrò tutti i regni del mondo con la loro gloria e disse: se ti prostrerai sarà tutto tuo’. E’ la via del potere, intesa come volontà di dominio che si impone con la forza, e per questo si è disposti a tutto. Si agisce sugli altri sottomettendoli. Ma noi sappiamo che solo il potere che sta sotto la benedizione di Dio può essere affidabile e ci rende liberi! A. La Parola di Dio è la spada per colpire il maligno.

Gesù ci mostra il metodo biblico per affrontare le tentazioni. Alla parola dell’inganno oppone la Parola di Dio. La Parola di Dio è la spada che riesce a mettere il maligno a KO (cfr. Ef 6,17). Gesù taglia netto e dice: ‘Sta scritto!’ (= è stato scritto da Dio). Gesù vince ricordando la Parola di Dio. La memoria Dei guida Gesù alla vittoria. L’arma micidiale con cui Gesù combatte il maligno è la sottomissione alla Parola di Dio. Anche il diavolo usa la Scrittura, ma lo fa con malizia. Gesù, invece, gli obbedisce nel suo significato più profondo. Lui è la Parola Vivente del Padre; lui è il contenuto della Scrittura; solo lui la conosce e solo lui la sa interpretare bene. Quando preferiamo le suggestioni del serpente alla Parola di Dio, il giardino della vita si trasforma in deserto. E’ con il Vangelo, continuamente riproposto, che Gesù sconfigge la tentazione e allontana il diavolo: ‘Vattene, Satana!’. Così quel deserto si trasforma in giardino di vita. Giungono gli angeli, si accostano a lui e lo servono. Il deserto si popola di consolazione, di solidarietà, di persone che, come angeli, aiutano gli altri. Il Vangelo ci presenta questo episodio delle tentazioni subito dopo il racconto del Battesimo.

Questo significa che ogni battezzato deve condurre tale combattimento contro l’istinto cattivo che abita il suo cuore. La vita di fede assume la forma di un’incessante lotta contro le tentazioni. ‘Rinunciate a satana, a tutte le sue opere e a tutte le sue seduzioni? Rinuncio!’. Sono i tre ‘no’ del Battesimo. “Gesù Cristo fu tentato dal diavolo nel deserto, ma in Cristo eri tentato tu: in lui fosti tu a essere tentato, in lui tu riporti la vittoria” (S. Agostino). La cosa più importante che la fede cristiana ha da dirci non è che il demonio esiste e ci tenta, ma che Cristo ha vinto il demonio. Niente e nessuno può farci del male, se noi stessi non lo vogliamo. Satana non è che una creatura andata male. Dopo la venuta di Cristo, è come un cane legato sull’aia: può latrare e avventarsi quanto vuole; ma, se non siamo noi ad andargli vicino, non può mordere. Questa è la notizia più bella e gioiosa: Gesù nel deserto si è liberato da satana per liberare anche noi da satana. Qui sta tutto l’ottimismo evangelico! B. La comunione è un antidoto efficacissimo contro il demonio! • “Il diavolo assale quando vede che si è soli (deserto) e per conto proprio. Quando vede, invece, che si è con gli altri, riuniti insieme, non ha lo stesso coraggio e non assale. E’ necessario radunarsi continuamente gli uni con gli altri, in modo da non essere fragile preda del diavolo” (S. Giovanni Crisostomo). •

“Procurate di riunirvi più frequentemente per il rendimento di grazie e per la lode di Dio. Quando vi radunate spesso, le forze di Satana sono annientate ed il male da lui prodotto viene distrutto nella concordia della vostra fede. Nulla è più prezioso della pace, che disarma ogni nemico terrestre e spirituale” (S. Ignazio d’Antiochia). * “Il demonio teme poco coloro che digiunano, coloro che pregano anche di notte, coloro che sono casti, perché sa bene quanti di questi ne ha portati alla rovina. Ma ecco quelli che teme: coloro che sono concordi e che vivono nella casa di Dio con un cuore solo, uniti a Dio e fra loro nell’amore, questi producono al demonio dolore, timore e rabbia. Questa unità della comunità non solo tormenta il nemico, ma anche attira la benedizione di Dio” (S. Bernardo).

Il tema della tentazione manifesta una connessione chiara col ‘Padre nostro’: ‘Non ci indurre in tentazione’ (= Fa’ che non entriamo o che restiamo dentro la tentazione). O anche:’ ‘Non lasciarci cadere nella tentazione’. Il senso di questa richiesta del Padre nostro, può essere esplicitata così: “Padre, siccome sappiamo benissimo che il nostro spirito è pronto, ma la nostra carne è estremamente debole, ti chiediamo incessantemente di non lasciarci cadere e di non abbandonarci nella tentazione; ti chiediamo che tale situazione di prova non diventi uno strumento nelle mani del nemico per rovinare la nostra vita e allontanarci da te”.


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