Pubblicato il 18/03/2008
Brividi e la voglia di arrivare al mattino. La prima volta è un viaggio nella solitudine un inno alla vita in compagnia della paura. Ma quella è la notte da attraversare. Preso dal vortice respiro aria umida e il fiato evapora come nebbia. Solo il mio passo sul pavimento di marmo lucido. Rompo il ritmo per spezzare quella nenia che ipnotizza ed uccide. I portici e le corti rimbalzano suoni voci di fantasmi sorpresi e infastiditi. Il cuore è un tamburo e nelle tasche stringo i pugni. Le orecchie esplorano il silenzio e gli occhi inseguono probabili tracce. L'olfatto è distratto dall'odore del muschio ma è il primo dei sensi a darmi conforto. L'odore del pane. Mi accomodo nel bavero alzato e mi sento felice.
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