Giocavo con ogni cosa
coi sassi, sulla riva del lago,
con le tartarughe,
che stavano in un piccolo giardino
dietro una porticina in legno scuro in fondo al cortile,
E con tutti i suoi abitanti,
vermi a palla, pettirossi, millepiedi
nani da giardino e elfi, nascosti sotto le palme.
E sopra le palme le nuvole disegnavano in cielo.
C'era sempre musica intorno.
Poi, un giorno, la notte crebbe all' improvviso
il giardino, per la troppa voglia d' avventura si chiuse.
I fiumi si fecero viola
e l' aria irrespirabile.
Non servì a nulla una coperta, o fingere di dormire,
la notte durò molti giorni.
E Lei non si vedeva.
C'era la paura,
dello straniero con la tasca nuda,
a cui non so voler male,
di chi sapeva, e guardava, e studiava.
Perfino delle stelle, oltre i vetri.
Finchè la stessa musica di allora tornò un giorno
a riprendermi,
senza alcun merito.
Oggi resta solo un pò di penombra
la sera.
Forse è sempre Lei.
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