Pubblicato il 22/03/2008
Mi ricordo i giochi di bambino tra pantofole di lana cotta e lenti pomeriggi al rintocco di orologi a pendolo. Ricordo i sorrisi e la tranquilla saggezza di un vecchio con le girandole sul balcone E l'abbraccio dello sguardo di un'anziana romagnola che profumava l'aria con essenze di cucina. Lea viveva in quella casa e come una ninfa palpitava con essa. La sua pelle di sapone fremeva come quei vetri al passaggio delle auto nel cortile. Lea era il caffelatte e la minestra i compiti al pomeriggio e la preghiera. Mi ricordo Lea e la mia vita stavano sempre insieme e lei la proteggeva. Oggi Lea ha novant'anni ed è ancora una ninfa Per lei sono sempre lo stesso bambino e lei è quella casa dove sono diventato uomo. Se a quarant'anni credo alle favole è perchè è sempre Lea a raccontarmele.
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