Pubblicato il 18/02/2010 10:02:10
Quando smise di piovere spalancai l’uscio e cacciai fuori il cane così vecchio che puzzava di morte. Portai i sacchi dei vuoti alla differenziata, tagliai la barba incanutita con una vecchia bilama. - Si ricomincia a vivere- Mi dissi, accendendo la radio, volevo una colonna sonora per il resto dei giorni. Gli amici del bar alzarono il bicchiere: - Ben tornato Noè! - Quanto tempo era passato? Forse tre anni, cinque, oppure dieci, forse m’ero confuso: i conti delle primavere non tornavano mai. Il cielo bianco, il volo solitario del falco, il respiro sporco delle ciminiere, questo mi apparve quando sporsi il capo dalla finestra. Per giorni e giorni nel cielo vuoto della notte grandi ali trascorsero sui vetri impauriti e tremuli. Salivano dai moli inni patriottici: ve lo giuro, credetemi dai moli deserti! Vidi all’orizzonte i fuochi ergersi sulle tenebre, verminosi serpeggiare tra le macerie urbane. Udii tristi lamenti di campane a morto. - Noè, vecchio ubriacone quante bottiglie hai scolato? - Nel mare grigio della prima luce bianchi vascelli vomitavano giovani soldati dalle divise lacere, sanguinanti nelle membra e nell’anima. Poi la pioggia coperse ogni cosa. Quante dure gallette ho triturato con i denti di pietra! Solo, parlavo col mio cane e lui ascoltava in silenzio. M’illudevo che fosse d’accordo. Ho visto un giorno nel carminio del tramonto una città affondare con le sue musiche le sue luci accese, magnifiche! Fino all’ultimo istante fino a quando l’ultimo pennone del palazzo più alto si fu inabissato. Ho teso reti in fondo al mare, ho pescato bambini dormienti, impalliditi. Ho visto leoni passeggiare dove le onde lambiscono i deserti, ma forse quello fu un miraggio un sogno… Una sera con la bicicletta di Otello andai sul molo: i bianchi vascelli erano tornati, dormivano alla fonda dopo avere deposto il loro carico umano di reclute e ammiragli. Inni correvano per l’aria, fanfare militari, scoppi di cannone. Vidi riemergere dall’acqua con le sue luci accese e le sue voci, i suoi palazzi di cristallo la città sconosciuta. -Noè, per caso Non sarà l’ennesima sbronza! – Mi dissi.
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