così saremmo assediati, ma chi assedia
chi? Chi sta dietro i muri, i fili spinati, i passi affaticati
dal fango,
nel mare così bello, così cieco
che li inghiotte?
Chi assedia la mia casa se non il silenzio
che accoglie queste immagini di dolore
i corpi gelidi e quelli scossi dal pianto
i bambini, i vecchi ammassati come
assurde cose nel pantano di Idomeni, in fila sul molo di Lampedusa,
che premono contro il ferro dei confini?
Terra chiusa, terra maledetta.
«Non possiamo farci carico di tutto il dolore del mondo,»
gridano i sepolcri imbiancati
uccidendo l'umanità tutta. Di questo anche non si parla:
di cosa ha fatto di noi il silenzio.
di cosa siamo diventati, o cosa siamo sempre stati,
perché nulla, mai nulla cambia.
[Latte nero dell’alba ti beviamo la notte
ti beviamo al mattino e a mezzogiorno ti beviamo la sera
beviamo e beviamo] (*)
(*) Paul Celan, Todesfuge
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