Maria Elena Mignosi Picone – I colori della natura
Guido Miano Editore – Milano – 2019 – pag. 79 - € 18,00
Un superlativo connubio tra poesia e pittura è questo lavoro nel quale interagiscono e s’intersecano le due linee di codice dei versi di Maria Elena Mignosi Picone e dei dipinti di Iginia Mignosi che è stata la madre della poetessa e questo dato amplifica l’alto risultato dell’unione tra arti diverse perché si riverberano nei tratti dei quadri e nelle poesie sentimenti d’intimità e affinità reciproci come solo possono essere quelli di una madre per una figlia e viceversa.
Alcune poesie del volume sono ispirate dai quadri di Iginia che usa la tecnica ad olio, dipinti connotati da un acceso cromatismo e da una forma che pur essendo figurativa, tramite la tecnica usata dall’artista, deforma in qualche modo le figure espresse sulla tela in una maniera inconfondibile e per questo con consapevolezza Iginia riesce a trasfigurare la realtà sensibile in immagini che hanno vagamente una tendenza neoespressionistica.
Come scrive Michele Miano nello scritto Parallelismo delle arti la pittura può risultare poesia muta e la poesia pittura parlante e sono numerosi nella storia dell’arte i rapporti di amicizia tra pittori e poeti.
E infatti sono ancora attualissimi i rapporti multidisciplinari tra le due espressioni che si potenziano a vicenda e in Nei colori della natura la sintesi produce quello che si può definire un ipertesto.
Come dal titolo dell’opera è la natura la protagonista di questo testo che per entrambi i livelli tende alla linearità dell’incanto, natura idilliaca e suggestiva che riesce a restituire il dato primevo di cieli, fiori, mari, ruscelli, monti, alberi e anche figure umane perché anche l’essere umano è natura in sé stesso.
Da notare l’attenzione della Rivista Internazionale le Muse per le due artiste infatti sia Maria Elena, che è anche redattrice di Le Muse, sia Iginia sono state personaggi del mese della Rivista.
Iginia è stata anche musicista e quindi da ciò si sottolinea l’importanza di tutte le arti per un accrescimento dell’anima sia per chi le pratica sia per i suoi fruitori che tramite l’arte arrivano anche ad ottenere una sintonia tra psiche e corpo e tra conscio, preconscio e inconscio, cose che sembrano del tutto perse nella nostra realtà spesso liquida e alienata, società dell’avere prima dell’essere, consumistica e ipertecnologica nell’epoca del villaggio globale.
La poetica di Maria Elena è quella di un biografismo creaturale nel percepire in un sogno ad occhi aperti la realtà per trasfigurarla in poesia con il passaggio da creatura a persona in un felice ritrovamento dell’identità.
Armonia pare diventare la parola che sottende le espressioni dei due livelli e come in altre opere della Mignosi Picone nella scrittura emerge anche il tema religioso e vengono nominati Dio come Padre e Creatore e anche Gesù.
Nell’esaltazione della bellezza del creato in tutte le sue manifestazioni ed epifanie sembrerebbe risultare come modello per entrambe le artiste San Francesco D’Assisi con il Cantico delle Creature e la fruizione del fortunato lettore di questo volume nel mare magnum vorticoso della vita produce nell’animo del lettore stesso pace e letizia come un porto franco per l’essere.
Raffaele Piazza
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