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Stefania e Giuseppe Berton - Il Tempo dell’ Universo

Argomento: Letteratura

di Raffaele Piazza
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Pubblicato il 22/09/2025 23:29:46

  • Stefania & Giuseppe Berton, Il Tempo dell’Universo e altre piccole storie,

    Guido Miano Editore, Milano 2025.

     

    Recensione di Raffaele Piazza

     

     

     

    I coniugi Berton, entrambi medici, affermati nella loro professione, hanno scritto il volume di poesie a quattro mani di cui ci occupiamo in questa sede.

    Preliminarmente si deve sottolineare che un lavoro del tipo di quello suddetto è connotato da un fascino particolare perché prodotto non di una sola mente ma da quella che si potrebbe dire una coscienza duale forte perché amplificata dal legame sentimentale che unisce l’autrice all’autore.

    Veramente acuta e centrata la prefazione di Michele Miano che coglie con intelligenza i motivi ispiratori e le linee di codice e le tematiche di questa raccolta veramente originale nel panorama della poesia contemporanea.

    Il titolo del libro è veramente centrale per cogliere le intenzioni della poetica degli autori che a livello stilistico formale è tout-court neo lirica.

    Infatti quelle del tempo e dell’universo sono due categorie fondanti per l’esperienza di ogni essere umano.

    Si deve mettere in rilievo che l’Universo stesso non è solo la totalità di ciò che esiste ma anche un sistema ordinato e intellegibile, un cosmo che contrasta il caos che nel terzo millennio trova la sua realizzazione nelle esistenze spesso alienate specchio della liquida e consumistica società.

    In questo concetto di cosmo si apre un varco all’ottimismo perché nel cosmo stesso l’uomo può cercare e ritrovare la sua posizione e dare un senso all’esistenza di fronte alla vastità dell’universo stesso.

    Il tempo racchiude l’essenza dell’essere sotto specie umana e attraverso l’idea di attimo filosoficamente si può fermare nell’intendere l’attimo stesso come momento, istante di passaggio tra prima e dopo passato e futuro, virtuale feritoia atemporale.

    E quanto detto si ritrova nella definizione del cronotopo inteso come fusione del tempo nello spazio e viceversa.

    Come scrive il prefatore il testo è strutturato in modo composito e articolato architettonicamente. Da notare che tutti i componimenti sono icastici e leggeri, raffinati, ben cesellati ed elegantemente risolti.

    Leggiamo nella composizione di apertura della silloge che ha un carattere programmatico e che è intitolata appunto Il tempo: «Questa sera, l’ultima sera dell’anno,/ ho messo la legna/ nella stufa di montagna,// e miracolosamente la casa si è scaldata/ ed è l’ultima sera dell’anno/ ed il tempo passa e qualche volta vola.// E pensavo come pensiamo il tempo,/ che i fisici misurano, i poeti soffrono/ i religiosi credono infinito…».

    Nella suddetta concezione il tempo stesso è solo un’illusione in questa vita sconosciuta ed è doveroso aggiungere che la percezione soggettiva del tempo stesso e del suo trascorrere con il passare della vita diventa sempre più veloce e un bambino o un adolescente percepiscono le durate in modo molto diverso da quello degli adulti.

    Del resto nella suddetta poesia è molto efficace il riferimento all’ultima sera dell’anno che è sempre per tutti un tempo di bilanci e inventari della vita quando ci si augura che il nuovo anno sia più felice.

    In Il giardino abbandonato: «Mi sono seduto, un momento, mille anni/ in un giardino abbandonato./ Ed ho visto il nostro piccolo tempo,/ appena uno sguardo,/ appena un sorriso,/ appena un pianto,/ appena un amore/ e ci porta via così veloce».

    Veramente magica questa poesia nella sua sospensione nella tensione metafisica all’indicibile.

    Raffaele Piazza

                         

     

     

     

    Stefania e Giuseppe Berton, Il Tempo dell’Universo e altre piccole storie, pref. di Michele Miano, Guido Miano Editore, Milano 2025, pp.92, isbn 979-12-81351-68-4, mianoposta@gmail.com.

     


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