Un prisma e l’arcobaleno
nel cielo liquido e trasparente
di un mattino sfuggente.
Sono note speziate di liquori
d’annata, languori del destino
calici d’ambrosia e sapori
rarefatti di letti disfatti
la sveglia dannata del postino.
C’è il cuore che batte e la corsa
a perdifiato, il tempo della follia
e il denaro speso con allegria
il disagio, l’eclissi e la morsa
del potere, il cielo infinito
e la morte, un coro scolpito
un brivido freddo nelle ossa.
Schizzi e colori chiazzano il cielo
tu pensi sia amore e sorridi
io ci vedo una mucca e quindi
sto zitto, alla fine scegli il velo
da sposa, dici, è il mio dono per te.
Non te la prendere se ho deciso
così, scelgo di fare buon viso
a cattivo gioco e metto su il caffè.
L’uomo che brucia non è un trucco
è solo una fotografia a colori
già mi manchi, ti vedo, sei li fuori
ma è come se fossi assente, il succo
è questo ed è un vero peccato
che debba finire così, proprio
sul lato oscuro della luna, sono sobrio
non ricordo molto, ma qui ci sono stato.
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