Pubblicato il 27/10/2016 20:11:06
S'è ammutolito in singulto il dolce canto dell'assiolo che ci risvegliava in carezza d'armonia nella bellezza radiosa, fiorita di ginestra e lavanda, quando il casale ci sorrideva nel buongiorno del mattino.
E un silenzio greve nella morsa di devastazione, che attanaglia anche l'anima, fra macerie e polvere ha spento la festa delle campane e l'antica gioia della domenica all'ombra di una romanica pieve.
Piange lacrime di rugiada l'autunno nello sconcerto del mattino. E non trova pace, né consolazione, chi ha visto la propria vita sgretolarsi fra le rovine di case e chiese nel cuore straziato d'Appennino.
Con profonda commozione, dedicata alla popolazione umbro-marchigiana, colpita per l'ennesima volta dal sisma di ieri, 26 ottobre 2016.
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