Rubo felicità dal contagocce
Mi sostengono e mi imprigionano
impalcature di conservanti chimici
In viaggio su montagne russe
mi cibo di emozioni sintetiche
Innaffio con cura semi sterili
L'energia infruttuosa mi divora
Sono ostaggio del tempo
e della mia indolenza
larva nel tiepidume
nudo di volontà
stracci di parole
mio solo costume
cucito da prole
di fatiscente stabilità
Vivo in penombra
sognando un barlume
di glaciale lucidità
Afose esalazioni tremolanti
confondono i miei occhi avridi
Mentre mendico aria condizionata
e guardo un cielo di micropolveri
il mondo gira vorticoso
sotto stelle senza riposo
Dov'è la terra, dov'è l'utero?
Dov'è l'assoluto essenziale
luogo di naturale verità...?
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