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Iridea

di Salvatore Pizzo
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Pubblicato il 01/04/2017 16:28:27

Fuori bolla la coppola sul cranio

incollata per un nulla ai capelli crespi

che basterebbe meno d'una scoppola

a vederla volare trottola vorticante

subdola... Ma che c'entra Capo Verde?

Di quelle isole immagino spiagge nere.

Vulcaniche, onde ne stringono al collo le coste

di morna strangolandole con saudade

E'qui ch'è nata Iris: indolenza nel passo

sulla sabbia scura luna luccicante ebano.

Iris che affonda il coltello nella pancia

nuda e cruda del pensionato; che volesse lui

stuprarla, lei lo ha sostenuto; Iris che rigira

gli spaghetti in padella, nel salto

rovesciandoli per terra, che così i vermi

ci si ingrassano. Poi avrà anche pianto.

Di certo rideva, intanto che bruciava la cipolla.

Pure che bevesse lo dicevano. Io so solo

che questa è la prima sera: l'autunno

nelle orecchie ronza trapanando

con strazi e balbuzie fino al cervello.

Senza requie gli acuti assillanti risucchiano

che ci pensi a Capo Verde, al sole, al ritmo lento

del vivere e ad Iris che galleggia vittima

improvvida assassina inebetita

che persino la morte rallenta

dietro le sbarre.

 

 


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