Pubblicato il 15/05/2010 11:36:47
Per tutta notte ho invocato il sonno ben sapendo che solo quando il corpo sia divenuto nel sogno immateriale potrei calcare le strade per cercarti in quel mondo ineffabile di luce dove così presto sei migrata. Ma gli occhi, dolorosamente sbarrati fino all’alba nel buio, non poterono altro contemplare che le rosse cifre della notte consumarsi in silenzio sopra lo schermo della sveglia digitale. Di te pochi ricordi sparsi, della tua dolce grazia, di quell’arrivederci che sapevo essere un addio col cuore colmo di pena. Poca cenere nel cofanetto azzurro, una rosa d’argento tra le date perentorie dei giorni.
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