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Se conoscere è fare l’amore

di Amina Narimi
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Pubblicato il 15/06/2017 13:54:36

Riesci ancora a piangere?

e.. dove attingi la tua voce

dove sei arrivato?

Dove attingo la mia voce

è dove sono giunto

Animamia

 

 

 

alla vita al piacere al riso.

Il neonato si consolidava

nell’incanto della voce,

bolla di respiro e insieme suono,

il qi al centro del mio hara,

Appena sotto l’ombelico,

dove l’apnea resiste a lungo

 

come si sta in piedi?-

Vibra! - Mi hai risposto -

al di qua della lingua,

dimentica parole, nessun coagulo.

Soffia l’ideogramma con il ventre.

 

Fin dalla tua venuta al mondo

se al dolore profondo di un pianto

fai seguire un  grido di gioia

il suono rimane lo stesso

generando la voce più bella-

E' un gran giorno,

 

dall’esistenza alla vita,

se conoscere è fare l’amore

oltre il muscolo largo e sottile

che separa l’addome dal petto.

 

 

Lassù ho tremato, cadendo

per tirare  il filo di lana

uscito dal foro al cestino

- all’ovile del suono-

poi salendo come una pianta

ho ripreso a cadere,

tra gli armonici gravi di una persona

e un  bambino che indugia  agli acuti.

 

Due vie sono le voci, aria e radice,

mio piccolo cantore-

il duale apparente si risolve

nella triade occulta che Noi ama:

 

il serpente sputa il  veleno

nella coppa in cima al bastone

risplende l’albero di Jule

fiorisce  nuova la  noce.

 

Non c’è canto, sai,  che non sprofondi

 in terra, per essere celeste

forza del grido di un piccolo d’uomo,

come il più benevolo dei tuoni,

e arco umano teso non ancora-

per impregnare la freccia con il qi;

 

il silenzioso il  turgido   divino

risuonando con tutte le sorelle

indietro in basso nella parte alta della bocca

dove tutti i suoni prendono il suo  posto

come l’acqua nel  vapore - se  lui canta

 

fino alla vigilia della morte

per rendere il respiro nell’accordo

del fondamentale, in altre onde,

onde più sottili,  in animali

 

è uno sgorgare calmo e maestoso

il capovolgimento di una stella,

la rotazione del bacino mentre vibra

per cantare nel giubilo il non detto.

 


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