Pubblicato il 25/06/2010 16:42:26
Piangendo la morte dell'uomo
Da te sempre amato,
Ti copri i capelli scomposti
Con veli funerei.
Lo piangi e lo chiami inorridita
Da un cupo destino.
Tu, Santippe,
Moglie delusa di Socrate,
Uomo di gran qualita',
Ne piangi le mille virtu',
La forza morale,
Il senso del giusto,
Che fa partorire
Dalla bocca dell'uomo
La vera essenza dell'essere umano.
E,
Mentre piangi cotanta virtu',
Ricordi gli sguardi annoiati ed assenti,
Di chi,
Troppo preso da grandi ideali,
Dimentica moglie, casa, e famiglia.
Non risponde, lui, ai rimproveri
Che ti han fatta leggenda,
E solo guarda sprezzante,
Quel tuo vestituccio fatto di niente.
Anche alla fine
In punto di morte,
Annoiato da pianti e rimbrotti donneschi,
Ti ha allontanata,
Per restar solo
Con le sue idee e i suoi discorsi.
Tu ora lo piangi
Con cuore sincero,
Senza sapere
Che la sua vita,
Dara' anche a te
Un riflesso di eternita'.
Dalla parte sbagliata pero',
Di chi guarda in faccia la vita ogni giorno,
Senza murarsi dietro le idee
Che fan grandi ed eterni,
Ma che non soddisfano
Le voglie meschine
Di una semplice donna
Chiamata Santippe.
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