Pubblicato il 27/01/2018 11:08:36
a Eraldo Affinati e al suo 'Campo del sangue'
Si continuava a fare l’amore tra giovani corpi, a volte già ignari l’uno dell’altro, capitava tra i deportati in attesa, capitava di fronte ad occhi indifferenti. La morte era il termine del viaggio e il viaggio caparra dell’Inferno. Molti forse non sapevano della morte, ma intanto vivevano dell’inferno le soste e il viaggio era il dramma dei vivi già morti nella loro dignità negata. Ma la carne dei giovani corpi aveva fame di vita e di piacere, allora continuavano i giovani corpi a fare l’amore anche senza amore e tra gli sguardi indifferenti di altri corpi, che pativano il puzzo dei corpi la fame e la sete e i giovani corpi a far l’amore anche senza amore, così simili ai fili d’erba quando bucano l’asfalto.
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