Stacca una banda, staccane un’altra,
modulo continuo da continua violenza
d’essere modulato.
Parlavi al diavolo la notte in cui hai ceduto di schianto,
sotto centimetri sussultori di terremoto, traducendo in esperanto,
di sermo humilis, sublimitàda Cristo incarnato,
cadendo a terra, verso un inferno senza ritorno.
Stacca una banda, staccane un’altra,
modulo continuo da continua violenza,
d’essere modulato da un Dio in vacanza.
Lamentavi raffiche d’assoluzione davanti ai banchi d’un tribunale
interessata a mettere all’asta la differenza tra bene e male,
versando lacrime nei letti del Nilo dei tuoi decenni senza cambiamenti.
Stacca una banda, staccane un’altra,
modulo continuo da continua violenza,
d’essere modulato da un Dio in vacanza,
d’essere assediato da una moralità d’assenza.
Ricordi d’aver varcato confini d’aziendali di colonne d’Ercole,
non vedendo Canaria alcuna nelle iridi chiare delle tue canicole,
schiudendo il viso alle frustate aspre
d’ispidi morsi d’accorto aspide.
Stacchiamo una banda, stacchiamone un’altra,
moduli continui da continua violenza,
d’essere modulati da un Dio in vacanza,
d’essere assediati da una moralità d’assenza,
sentendoci brocchi da corsa, destinati alla mattanza.
[inedito, 2017]
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