Paradiso dei bimbi dimenticati,
ci giocano i bambini morti addormentati
nelle macchine roventi, senza sollievo,
vittime di crisi mnemoniche da affaticamento lavorativo
che non fanno scordare budgets, riunioni o certificati.
Giocano le bambine in un’incessante estate,
indifferenti al sole che le ha disidratate,
libere di librarsi in maree d’aria
in barba ai brutti momenti trascorsi in crisi respiratoria,
senza dover sentire caldo e sete.
Paradiso dei bimbi dimenticati,
ci giocano i bambini morti addormentati
strangolati dall’insicurezza delle cinture,
in accalorata attesa di riabbracciare, senza rancore,
chi li ha assassinati.
[Scarti di magazzino, 2013]
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