La morte ha i tuoi occhi colorati d’estate
balla con l’impiccato e indossa teste decapitate,
racconta ai suicidi le sue storie d’inverno,
che la lacrima di un suicida riesca a spegnere l’inferno.
La morte raccoglie fiori dalle ossa consumate
dalla fuga dei cervelli e dalle orbite bucate,
pianta fiori di ninfea nello stomaco dell’annegato,
è mignotta, fragile, d’addio al celibato.
La morte si sposa col cadavere dell’ustionato
rimane unica forza fuori dalla logica di mercato,
abbraccia l’iper-capitalista, l’anarchico, l’indifferente,
senza mai accorgersi di non servire a niente.
Strilliamo la vita e aboliamo la morte
tentarono in tanti, col sostegno dell’arte,
distratti da ricchi omaggi e cotillón,
aboliamo la morte e cantiamo Villon.
[inedito, 2018]
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