Pubblicato il 03/06/2018 07:34:58
ad Amina Narimi Amo quelli di Braque. Bianchi, neri, sovrapposti all’azzurro. Poi le rondini e i loro annunci di piogge e primavere e le allodole che spingono la luce fino agli occhi. Sarà che hanno voci di risa e con leggerezza di piume toccano l’infinito, lo navigano – le remiganti mai stanche – lo cercano come un destino. Si slanciano in alto – circolarità del volo – sagome nell’aria come parole sul foglio. E le nostre mani accostate fanno nidi d’uccelli. Senza sarebbe vuoto il cielo.
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