La primavera della vita
sgorgante in una radiosa alba
ti trovò seduta nell'ombra del bosco.
Forte al petto stringevi
un germoglio appena nato.
Fra tanti rumori che
scandivano il Tempo
il tuo udito perplesso
venne attirato dal mormorio
dolce del vento che, leggero
s'infiltrava tra la moltitudine di foglie.
Sembrava una piacevole litania,
era musica, era melodia che,
rimbalzando nella mente,
diventò messaggio,
Piacevolmente, senza accorgertene,
le labbra schiudesti
emanando all'istante
un insieme di suoni, suoni
che come per incanto divennero Parola.
La Parola si fece Vita,
si fece discorso
e divenne immortale.
Esplode la Vita con la sola Parola,
mentre ti segna regalandoti un nome,
si chiude la Vita perdendo la Voce:
La Parola, eterna, rimane,
si sussegue sulle labbra
regoolando i tuoi giorni.
La Voce si smorza e chiusa
nel corpo insieme al tuo nome
ritorna nel Nulla.
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