Il bosco ombroso appare vuoto
come i calici all'alba.
Costruito di cristalli di legno
e piante multiformi: querce
dalla memoria secolare
e filari simmetrici di pioppeti.
Le radici sono d'avorio.
Le frequenti piogge hanno
ubriacato i rami di felicità:
l'arsura resterà ignota e le fiamme
si chiuderanno come un ostrica di luce
nella notte fresca e silenziosa.
La selva oscura continuerà
a trascorrere cupa le sue giornate:
questa canzone tenterà
di catturare i suoi sospiranti segreti
e noi, con volontà d’acciaio, ne continueremo
ad esplorare le profonde e vergini grotte.
Coglieremo, estasiati, notti di luna e ciclamini;
gusteremo lo splendore
delle sue pianure sterminate
e lo stupore sovrastante del mondo astrale.
Alla fine sarà il bosco stesso
ad armonizzare la sua musica primigenia
per stringere con noi ospiti
un nodo di candida fiducia.
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